Twitter è davvero “troppo estremo”?


Non ha usato mezzi termini Tim Berners-Lee, il fondatore del Word Wide Web, per descrivere Twitter: ha definito il social network “troppo estremo”, in relazione all’impossibilità per gli utenti di esprimersi oltre i 140 caratteri che, per la verità, Twitter lo hanno reso famoso e apprezzato da tutti.

Secondo Berners-Lee, invece, la componente riassuntiva del social network altro non farebbe che scoraggiare le discussioni ragionate, portando gli utenti ad assumere posizioni fortemente radicali. Servirebbe, invece, qualcosa di più approfondito.

Inoltre secondo il padre del Web i social network, Twitter ma anche Facebook e LinkedIn, hanno il demerito di svilupparsi nell’ambito di sistemi chiusi, che non danno quindi la possibilità di mettere le diverse piattaforme in comunicazione tra loro.

Voi che ne pensate?

Il problema, forse, sta tutto nel modo di intendere e vivere il web: i 140 caratteri di Twitter probabilmente non nascono per discussioni ragionate, bensì per adattarsi a una società che – giusta o sbagliata – è fatta di ritmi frenetici, di immediatezza e di tecnologia.

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