Il “Twitter TV Ranking” è cosa già nota agli addetti ai lavori. Per chi se l’è perso: è l’attività di monitoraggio, portata avanti da Nielsen, sui tweet che vengono inviati nel corso delle trasmissioni televisive negli USA. Nielsen, dunque, calcola la correlazione che si crea fra i cinguettii degli utenti e un preciso format televisivo. O un momento in particolare della giornata. La cosa era stata già annunciata tempo fa.
Coi primi dati in pubblicazione in questi giorni, il binomio Twitter-TV è diventato argomento caldo. È ovvio che dietro vi siano strategie di natura commerciale. Intanto un dato è emerso: la portata e la rilevanza dello show in onda, non sempre coincidono con la mole di tweet e interazioni generate sulla piattaforma di micro-blogging. Trasmissioni come “The Big Bang Theory” e “NCIS”, entrambe in grado di raggiungere i 20 milioni di spettatori, non sono nella top-10 per i tweet.
Twitter ci riflette. Sa che la posta in gioco è alta. Del resto, si twitta da mobile. Tanto. E con lo smartphone si rimane davanti alla TV nel corso di un programma particolare, che genera reazioni e pareri. Twitter diventa, improvvisamente, una piattaforma in grado di suddividere la giornata per fasce. I tweet per fasce. L’advertising per fasce. La “prima serata” sarà ben altra cosa rispetto al mattino. E mostrare un tweet sponsorizzato o comunque dei contenuti promozionali, rappresenterebbe una faccenda interessante per gli inserzionisti.
Ma serve la spinta delle emittenti televisive. “Se uno spettacolo dovesse rivelarsi più prezioso con maggiori interazioni su Twitter, sarebbe il caso di dare forte credito a questo tipo di strategia”, dice Rachael Horwitz, portavoce dell’azienda. Obiettivo dichiarato: aumentare il giro d’affari, perché il fatturato che raddoppia nell’ultimo anno – toccando quota 254 milioni dollari – non è abbastanza.
Certo, Twitter dovrà fare i conti coi dati Nielsen e individuare quali trasmissioni, quali argomenti generano un maggiore dibattito. I risultati sono incoraggianti: la CBS partecipa al programma “Amplify” di Twitter ed ha fatto registrare un aumento dei tweet in diretta pari al 24% nell’ultimo trimestre. Il dubbio: “se è uno spettacolo è sociale, come questo può essere trasformato in profitti per gli inserzionisti?”, si chiede Ari Bluman, responsabile degli investimenti digital di GroupM, sul Wall Street Journal.
Attorno a questo dubbio gira il futuro di Twitter in TV.