Quello che i Brand non dicono (sui Social)


Una volta creati una strategia editoriale e un proprio seguito, più o meno sostanzioso, per tanti brand il gioco finisce qui. I Social hanno assolto al loro compito di vetrina. Eppure tanti dimenticano, o comunque trascurano, una delle parti fondamentali del lavoro: l’interazione, il rapporto con la community e coi dubbi che questa pone. Del resto è arcinoto come Facebook, Twitter e tutti gli altri abbiano annullato le distanze tra aziende e persone. Queste ultime, allora, con un messaggio diretto si aspettano di risolvere un problema, ottenere indicazioni, criticare un disservizio. Va così.

Una recente infografica pubblicata da Sprout Social, però, dimostra come le risposte, l’esserci per i clienti, è una teoria ancora lontana dall’essere applicata in modo sistematico. La media dice che ogni 10 domande, 3 ricevono una risposta sulle piattaforme online. Il discorso peggiora in alcuni settori come quello dei media, dove il rapporto si abbassa: 10 domande, 1 risposta. Del resto, avete mai visto “Repubblica” o “Il Corriere della Sera” rispondere o anche solo moderare, tenere in considerazione la miriade di commenti ricevuti?

Altro dato interessante: la mole di messaggi giunti ai brand è aumentata del +77% nell’ultimo anno. Eppure su 6 messaggi, 5 non hanno ricevuto risposta. Stare dietro alle persone è faticoso, è vero. Ma è anche ciò che fa la differenza.

Sprout-Index-Q2-2014-Infographic2

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