Dopo aver condiviso un link, quanto dura il suo effetto in rete? Ha provato a rispondere a questo quesito Bitly, che ha condotto un’interessante analisi in cui viene quantificato il tempo in cui un link suscita interesse e click tra gli utenti che lo notano sul web dopo la sua condivisione.
Gli analisti di Bitly hanno utilizzato un criterio preciso, quello del ciclo di metà vita: in pratica l’arco di tempo entro il quale un link riceve un numero di click pari alla metà di quello registrato nel momento di picco.
Ovviamente tutto dipende dal tipo di link, in primis. Una news immediata avrà certo un “eco” più breve rispetto ai cosiddetti post evergreen, che invece susciteranno più interesse per un maggior numero di ore nella giornata. Naturalmente il picco maggiore si ha nei cinque minuti successivi alla condivisione, quando il link è in cima alle bacheche dei nostri contatti. Quando poi sparisce lentamente in fondo, l’attenzione diminuisce lentamente.
Ma per quanto un link continua a produrre un traffico degno di tal nome? In media per circa due ore su Twitter, tre su Facebook. Dato sicuramente interessante, supportato da questo grafico:
Poi c’è chi supera di gran lunga i tempi dei due social network: è YouTube, dove un video (quindi un link) suscita interesse per sette ore.
Naturalmente stiamo parlando di medie. Esistono poi link che non suscitano alcun interesse, altri il cui eco si protrae per undici ore e così via. Insomma, ogni link è una storia a sé, ma reputo questa analisi di Bitly interessante.
Qual è il vostro parere?
Con la continua espansione dell’uso dei social network
questi dati e queste tempistiche saranno sempre più basse.
Per queste ragioni penso sempre di più che lato social, una grossa azienda/brand dovrebbe optare per internalizzare la figura del social media expert e per le PMI bisognerebbe sempre di più affidarsi alla formazione che può offrire una valida digital agency.
Smettendo di affidarsi a servizi obsoleti come il “compra fan” e simili, che non generano alcun valore!
Pienamente d’accordo con Egidio, chi se lo può permettere (leggi “grosse aziende”) deve aggiungere al proprio organico una o più figure addette solo ed esclusivamente alla pubblicità e in particolare alla manutenzione della “reputazione sociale”; al contrario le PMI non devono necessariamente assumere qualcuno ma dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) affrontare delle spese per una formazione minima del personale di cui già dispongono.