140 caratteri sono pochi? Ma dico, state scherzando?
Se volete massimizzare la portata complessiva del vostro blog attraverso Twitter e far crescere il vostro brand, la creazione dinamica, attraente, spiritosa dei tweets deve essere una priorità. Molti di noi hanno blog collegati a strumenti di auto-pubblicazione. Ogni volta che aggiungiamo un nuovo post, questo automaticamente compare sul nostro profilo di Twitter. Vi piace l’idea? A me no, la detesto! Odio questo genere di utilizzo della piattaforma di microblogging. Se da una parte sembra utile, da un’altra è drammaticamente noioso. Questo uso impersonale di Twitter è facilmente riconoscibile: tweets incompiuti (spezzati in quanto il titolo del post del blog supera i 140 caratteri oppure viene originariamente pubblicato su Facebook), mancanza di hashtags inserite in maniera strategica (all’interno del testo per risparmiare spazio). Ora, per quale motivo i vostri followers dovrebbero “seguire” un robot? Per scelta mi sono auto-imposto di non usare mai i servizi che permettono di scrivere tweets più lunghi di 140 caratteri. Mi sono detto «Cavolo, il bello di Twitter è proprio quel limite imposto!» Scrivere in maniera sintetica significa creare solo l’essenziale. Su Twitter siamo costretti a scrivere in “confini” molto limitati. I suoi 140 caratteri sono un’eccellente palestra per la scrittura sintetica che sta alla base del copywriting.
5 modi per creare contenuti coinvolgenti su Twitter
1. Far emergere la personalità
Dovrei prendere in esame i profili di marketer di successo o personaggi simili ma quando penso alla “personalità” non posso fare a meno di notare come i profili ironici siano i più seguiti (@SpinozaIT, @Microsatira, @lddio, @dlavolo). Con questo non dico di trattare temi seri con un eccesso di sarcasmo ma quanto meno di non apparire eccessivamente noiosi. Per esempio, invece di scrivere “Nuovo Post” seguito dal titolo del post del vostro blog, createne uno totalmente differente (soprattutto quando il primo supera i 140 caratteri) inserendo strategicamente hashtags e riferimenti ad altri profili (@nome-utente). Ricordate: la vostra personalità è l’unica cosa che vi rende davvero unici in ogni ambito (off-line e on-line).
2. Il potere dei verbi
Un tweet è un invito all’azione (call to action) e i verbi fanno tutti riferimento a un’azione. Come ci ricorda Alessandro Lucchini in Business Writing (Sperling & Kupfer), un verbo vale più due nomi, quattro aggettivi e otto avverbi messi insieme. Quando aumentano i sostantivi, la tensione cala. Ecco un esempio dal celebre brano dell’Amleto di Shakespeare:
Essere o non essere. Questo è il problema. Se è più nobile per la mente sopportare le sassate e le frecce…o prendere le armi contro un mare di guai e, combattendo, finirli. Morire, dormire. Nient’altro. E con un sonno dire che poniamo fine al male…di cui la carne è erede. Questa è consumazione da desiderare devotamente…Dormire, forse sognare…
Non è possibile costruire un discorso senza un verbo.
3. Meno è meglio
Il dilemma di Twitter ruota attorno a coloro che reputano pochi i 140 caratteri e chi invece nonostante il suo limite, non sa cosa scrivere. Assurdo, vero? Sembra quasi di non accontentare nessuno. In realtà, 140 caratteri per un tweet sono veramente tanti (recentemente Facebook ha ridotto lo spazio per i suoi annunci). Non so voi, ma i miei occhi cominciano a vagare dopo una sola frase. In questo caso, meno è meglio perché il messaggio è conciso e diretto. Non sarò certo il primo e l’ultimo a ricordavi che la gran parte dei nostri post non vengono letti per intero, ma “presi a morsi”. La noia, si sa, è dietro l’angolo.
4. La regola delle 5W per scrivere tutto in meno di 140 caratteri
Già, dimenticavo. Nel precedente punto vi ho parlato di coloro che non sanno cosa scrivere in un solo tweet o quanto meno non riescono a comunicare a pieno il proprio messaggio. La soluzione? Aiutatevi con le famose 5W: Who (Chi?), What (Cosa?), Where (Dove?), When (Quando?) e Why(Perché?). Fate in modo che il vostro tweet risponda a queste 5 domande:
(Chi?) Marco, (Cosa?) medico senza frontiere, (Quando?) il prossimo mese (Dove?) partirà per l’Africa. (Perché?) Garantirà cure e assistenza ai bambini denutriti.
Questo tweet – creato al momento – dice tutto. Per farlo, ho utilizzato 117 caratteri (spazi e virgole comprese). Ne sono rimasti 23 che posso utilizzare per inserire il link (in short) verso un post del blog con cui approfondire l’argomento. Sicuri che 140 caratteri siano pochi?
5. Raccontare una storia
«Vabbé Alessà, mo nun t’allargà!» Già so cosa state pensando. Esagero chiedendovi di raccontare una storia con un tweet? Cosa intendo? Invece di inviare un breve tweet per annunciare un nuovo post, usate Twitter per costruire una storia più grande attorno all’argomento. Narrate il processo che vi porta verso la creazione del post. Vi faccio un esempio. Capita spesso che camminando per strada osservi un dettaglio che mi ispira un post o quanto meno comincia a ronzarmi nella testa. Cosa faccio? Scrivo un tweet oppure pubblico una foto (Instagram o Twitpic) per “tastare il polso” dei mie followers. Quest’ultimi, molto probabilmente (anzi, quasi sicuramente) sono lettori del mio blog. Addirittura la maggior parte hanno scoperto il mio profilo di Twitter dopo aver letto un mio precedente post. Vi assicuro che questo metodo, oltre ad essere efficace, è anche divertente. Provateci!
Conclusione
Come vedete Twitter è molto di più di un comune sistema di messaggistica on-line. Quelli che vi ho appena elencato sono 5 strategie che uso ormai da tempo ma non vi ho neanche parlato dei video da inserire nei tweets. Insomma, di cose se non possono fare davvero tante alla faccia dei “miseri” 140 caratteri. 😉
sono concetti assai interessanti; io sono un blogger,ma non ho mai avuto aspirazioni di apparire anche su altri siti, ma non è detto che non lo faccia.
Ciao Franco. La questione non è semplicemente “apparire su altri siti”. Dimentichiamoci per un attimo del traffico che potresti ricevere da Twitter (questo dipende chiaramente dalle tue capacità).
Con questo post ho voluto soprattutto evidenziare l’aspetto pratico del microblogging che ci permette di esercitarci nella scrittura sintetica. Pensa ai titoli dei tuoi articoli. Oppure al titolo e body di un annuncio (AdWords o Facebook Ads).
Twitter, è un’eccellente “scuola” per imparare l’arte della sinteticità. Usarlo quotidianamente, mi ha aiutato a migliorare non solo la scrittura dei miei post (vedi la parte iniziale e il concetto delle 5W per non fa fuggire il lettore), ma – come accennato prima – anche i titoli e gli annunci pubblicitari.
ottimi suggerimenti per tutti…