Facebook e il nuovo algoritmo: le parole sono importanti!


Calo del 10% o 90%?
Come impatta il nuovo algoritmo di Facebook.

E’ vero ed è ormai assodato che il calo della visibilità dei post su Facebook sia un dato di fatto. Il problema è che Lars Backstrom (News Feed Manager di Facebook) ha dichiarato in un’intervista a @All Things Digital che questi recenti cambiamenti dovrebbero provocare un’oscillazione del 10% in meno di visibilità. Purtroppo, secondo un’analisi fatta da @EdgeRank Checker su alcune pagine importanti, questo calo risulterebbe, in alcuni casi anche del 90%.

facebook algoritmo

Sembrerebbe quasi un bug. Oltre ad aspettare e vedere cosa accade però si possono prendere alcuni provvedimenti e fare alcune considerazioni.

La prima considerazione che possiamo fare è che senza dubbio Facebook voglia indurre sempre di più verso un utilizzo, quasi spasmodico e poco controllabile, di Facebook ads. Questo non è un qualcosa di cui potersi lamentare più di tanto, del resto siamo tutti ospiti di una piattaforma che è divenuta ogni anno più utilizzata anche nel campo del marketing. Fate forse pubblicità gratis allo stadio? Piuttosto che in tv? O ancora sui giornali? Guardiamola in modo positivo sotto quest’ottica.

La seconda considerazione è che alcune pagine sono in controtendenza, vale a dire che il calo non è così evidente, o addirittura sono migliorate. Questo è messo in evidenza anche nell’articolo di Dario Ciracì quando tocca la questione della pagina Facebook “Paesaggi d’Abruzzo” Ma perché? Secondo me per quello che sta accadendo negli ultimi giorni, bisogna concordare con quanto esposto nel post di EdgeRank Checker, vale a dire: “Our advice is to hold your breath and wait, we expect these numbers to increase”.

Usiamo le parole giuste
Dai alle persone quello che si aspettano.

La terza considerazione va fatta, secondo me, sul vero significato di “qualità dei post e dei contenuti”. C’è una certa costanza sul fatto che il calo maggiore riguardi le pagine grandi e che abbiano come temi trattati non un qualcosa di netto, definito, preciso e quasi di nicchia. Infatti, le pagine che trattano argomenti di nicchia, precisi e quasi monotematici, utilizzando al meglio le parole giuste e i post con link, possono trarne vantaggio. E come? Secondo me è una questione di parole utilizzate nei post.

Dobbiamo dare alla gente quello di cui la gente parla!

Una pagina improntata sulla pallamano, argomento di nicchia, avrà tra i suoi fan tutti giocatori di pallamano che il weekend postano loro immagini nei profili personali e trattano l’argomento spesso nella settimana. Questo significa che la parola pallamano sarà fondamentale nei post della suddetta pagina www.facebook.com/lovepallamano/posts/235324203303222. L’utilizzo delle parole giuste nei post e quindi qui la qualità, potrebbe essere un modo anche per spingere di più un aggiornamento che fino ad ora non ha portato molto successo, vale a dire l’introduzione dell’hashtag su Facebook.

Ormai sappiamo che i link ai meme come grumpy cat, philosoraptor overly attached girlfriend non funzionano come prima, ma i link con contenuti esterni provenienti da un blog assumono maggiore rilievo rispetto a prima, quindi se avete una strategia di content marketing la situazione non dovrebbe peggiorare più di tanto. Il problema maggiore si presenterebbe per coloro che utilizzano maggiormente, o quasi esclusivamente, le foto. A questo punto si potrebbe puntare la nostra strategia sul capire quali sono i topics che i nostri fan amano di più della nostra pagina. E come si può fare? Utilizzando un paio di strumenti tattici: Facebook Insights e Wordle (https://www.wordle.net/)

Il primo passaggio da fare è esportare i dati insight a livello di post in un periodo abbastanza recente. Una volta scaricato il vostro file, aprite l’excel e andate nell’area riguardante le “key metrics” andando a guardare “Lifetime Post reach by People who like your page” insieme a “Lifetime People who have liked your Page and engaged with your post”. A questo punto create una Colonna aggiuntiva “Lifetime engagement rate of People who have liked your page” che sia il rapporto tra la seconda e la prima in percentuale. A questo punto selezionate le top 30 di questa ultima colonna creata e ordinateli dal più alto al più basso. Fatto ciò aprite un’altra pagina internet, no chrome, e andate sul tool Wordle incollando nel testo le parole dei post del top 30 che avevate appena ordinato… Ed il gioco è fatto.

John Haydon ci fornisce anche un video su come utilizzare questo tip:

Ovviamente non possiamo sapere se l’algoritmo di Facebook legge esattamente le parole e recepisce le stesse come basilari per mostrare all’utente il nostro post (e se lo fa non lo fa con il metodo qui descritto). La cosa certe è che però l’engagement dovrà essere un qualcosa di guadagnato, che non può prescindere dal pubblicare cose che piacciono ai nostri “fan”.

Cosa ne pensate voi? “Giuste parole” uguale visibilità, e quindi engagement, oppure “giuste parole” uguale engagement, e quindi visibilità?

Comunque le parole sono importanti…

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