Instagram ha perso il 25% dei suoi utenti attivi, nell’ultimo mese. Così, tra Natale e la fine del 2012. Quando tutti si riposano, quando tutti postano foto. O dovrebbero, almeno.
Della clamorosa (e presunta) debacle del servizio di photo-sharing da Mobile per eccellenza, hanno parlato un po’ tutti. Per primo, questo articolo del New York Post. Anche la stessa società, attraverso un suo portavoce, ha parlato: ha smentito fermamente, senza mezzi termini.
Il dato, quel -25%, arriva da AppData. Da cui si apprende, tra le altre cose, che nell’ultimo mese il numero di iscritti a Instagram è aumentato, passando da 42.5 a 44 milioni di utenti. A scendere, invece, sarebbero stati gli utenti attivi: quelli che scaricano l’applicazione e iniziano a postare. Giorno dopo giorno. Loro sono attivi. E sembrano essere meno.
In realtà, come viene illustrato in questo post apparso su Mashable, il calo non è reale e dipende da una serie di variabili ampia. “Continuiamo a vedere una crescita costante dei nostri utenti”, hanno confermato dall’azienda. I numeri di AppData sarebbero dunque parziali, non completi e non in grado di fornire un quadro completo della faccenda.
Un altro dato è interessante, in fatto di foto e condivisioni: Flickr (!) ha visto, nel periodo natalizio – lo stesso di Instagram -, un aumento del 100% degli utenti attivi, su una base di utenti comunque minore. Sempre secondo AppData.
La realtà è un’altra. Instagram non ha problemi coi numeri, con le statistiche. Almeno per ora.
Tutto gira attorno all’immagine, al nome dell’app. Sì, il riferimento alla faccenda della Policy e delle variazioni ha fatto il suo. E continuerà a farlo. Si è rivelata una storia virale, in grado di coinvolgere e mutare l’opinione di una parte degli utenti: “Hanno cambiato le leggi? Non lo usiamo”, hanno detto alcuni. Non tutti, naturalmente. A poco sono servite le scuse e il passo indietro, non altrettanto virali quanto il primo annuncio.
Il problema, semmai ve ne fosse uno, è questo: riconquistare l’ala scontenta. In che modo?