LinkedIn si rinnova e lo fa partendo dalla sua piattaforma di advertising.
Il cambiamento sembrerebbe dovuto agli scarsi risultati ottenuti con l’advertising classico utilizzato dall’azienda, che ora ha un nuovo obiettivo: aumentare gli introiti. Adesso la nuova piattaforma offre più possibilità per sfruttare il lato pubblicitario, con ben 4 nuove varianti.
Vediamo quali sono.
LinkedIn Network Display
Con questa nuova opzione sarà possibile mostrare gli annunci pubblicitari anche agli utenti che non sono su LinkedIn, ma che stanno navigando su altri siti web. Con questo sistema, però, non si potrà scegliere in quali siti mostrare i propri annunci, ma solo a quali tipologie di utenti. Non vi ricorda un po’ l’audience network di Facebook?
Facciamo un esempio pratico: se hai bisogno di raggiungere tutti i web designer di Milano che sono su LinkedIn, potrai farlo scegliendo esattamente questo tipo di utente tra le opzioni di advertising. Quando i profili selezionati visiteranno uno dei siti web che hanno aderito al programma di LinkedIn Network Display, il sistema mostrerà loro il tuo annuncio. Immagina: un sistema simile potrebbe diventare una fonte di guadano per i siti dedicati ai professionisti!
Lead Accelerator
Questo programma di adv identifica direttamente l’audience, dando la possibilità di creare messaggi diversi per segmenti diversi, inserire test a/b e creare così vere e proprie strategie pubblicitarie per il B2B. LinkedIn ha tantissimi dati nel settore professionale che molti altri sistemi non hanno e con questa soluzione cerca di sfruttare questo vantaggio, offrendo una soluzione innovativa nel panorama di advertising sociale.
Sponsored inMail
Questa terza opzione fa sembrare LinkedIn un po’ uno stalker. Il sistema inMail, infatti, permette di inviare un messaggio nella inbox del social, visualizzabile sia da mobile che da desktop. Ma la vera novità arriva nel momento in cui ci colleghiamo a LinkedIn: se le troppe notifiche davano fastidio prima, figuriamoci cosa penserete ora che i messaggi inviati con Sponsored inMail saranno recapitati solo quando saremo effettivamente loggati, così da risultare sempre come ultimi messaggi ricevuti. E non finisce qui.
Sappiamo tutti che esiste un problema legato allo spam che arriva da LinkedIn e su LinkedIn. Con questo nuovo sistema gli utenti saranno seguiti anche negli altri siti in navigazione, dove sarà lanciato l’intero sistema Sponsored in Mail. Non è un pochino esagerato come comportamento? Ecco perché c’è chi ha installato AdBlock!
Native Advertising
Ultima tra le nuove opzioni, questa possibilità di adv permette di sponsorizzare un update su LinkedIn, mostrandolo a chi segue lo stream. Questa novità si lega alla ristrutturazione grafica dello stream del social: LinkedIn ha modificato la sua interfaccia implementando elementi a favore degli introiti, non tenendo conto dell’effettiva e reale usabiltà a cui ogni utente ha diritto. Insomma, quando le implementazioni sono fatte per monetizzare e non per migliorare l’esperienza d’uso, il risultato è un’accozzaglia di elementi senza senso.
LinkedIn e la SEO
Tutte queste novità e i cambiamenti che ne derivano possono avere riscontri pratici sul lato SEO? I link su LinkedIn posso essere letti da Google?
Nel profilo del social i link che si possono inserire non hanno il nofollow, ma hanno un redirect verso una pagina bloccata con robots.txt. Lo stream attuale non favorisce l’indicizzazione dei singoli contenuti e il motore di ricerca non ha nulla di interessante da notare. Anche i blog di LinkedIn hanno il nofollow e l’architettura informativa è fatta male, con tanti duplicati per ogni lingua. Quindi, la risposta è semplice: LinkedIn e la SEO non hanno nulla in comune.
E se ci pensate è un bel sollievo: usare i social per fare SEO è come comprarsi la GoPro per riprendersi nella vasca da bagno.