È polemica, è scontro in campo aperto, tra Facebook e il New York Times. La celebre testata giornalistica americana ha pubblicato nei giorni scorsi, per mano di Nick Bilton, un articolo interessante. All’interno del quale veniva specificato, con tanto di numeri a corredo, quanto sia fortemente minore la visibilità dei post ‘classici’ degli utenti, rispetto a quelli pubblicati con la formula degli “Sponsored Post“. Pagando, dunque.
Inserzionisti, chiodo fisso?
Da qui l’accusa: l’azienda di Menlo Park ha generato uno scompenso troppo grande tra utenti e inserzionisti. Se paghi, voli. Se non paghi, sei nullo. Questo ritiene Bilton.
Il giornalista parte dall’inserimento del “Segui“, la funzione grazie alla quale ogni utente può ricevere notizie e pubblicazioni di un altro iscritto, pur senza esservi effettivamente in contatto. O “amico”, per dirla alla Zuckerberg. Raggiunti i 25mila contatti, Bilton ha rilevato numeri rilevanti suoi propri post – oltre 500 likes, oltre 50 share -, per un po’. Da gennaio, invece, i numeri sarebbero crollati. Per poi risultare di nuovo schizzare verso l’alto, dopo aver pagato i famosi 7$ per sponsorizzare un post.
Oppure no? La risposta di Facebook
L’azienda americana non si è fatta attendere ed ha pubblicato una risposta ufficiale. Chiaramente hanno smentito tutto: “Il nostro obiettivo nel News Feed è sempre quello di mostrare a ciascuno la miscela più rilevante di storie, per massimizzare l’impegno e l’interesse degli utenti”. E ancora: “In primo luogo sono aumentate le interazioni degli utenti che seguono gli aggiornamenti di altri. Il News Feed mostra le storie più importanti degli amici, delle persone seguite e delle Pagine. Ed ha un algoritmo diverso dai post sponsorizzati”.
Dal social network riportano un dato, due volte: +34% di interazione degli utenti sui post delle persone seguite. Con una modifica, introdotta all’inizio del 2013, attraverso la quale Facebook avrebbe cercato di dare maggior risalto ai contenuti pubblicati da personaggi pubblici e comunque con un grande seguito.
Le perplessità rimangono. Perché Zuckerberg non ha fatto molto, di recente, per non farsi additare come l’uomo dell’advertising.
Ora ha un’occasione: il lancio del nuovo News Feed, il 7 marzo prossimo. Chissà cosa riserveranno a Menlo Park.
Tutto vero, portata crollata dopo l’introduzione dei post sponsorizzati.
Non è un caso, FB vuole soldi e non fa beneficenza. L’errore è di chi continua a investire denaro su FB e non sul proprio sito.