LinkedIn è un social network diverso: è prettamente indirizzato al mondo professionale. Non si trovano selfie o gif di gatti come su Facebook, Instagram o simili (anche se spopolano i quiz sulle abilità matematiche).
Non è neanche un Curriculum online: questa definizione lo limiterebbe nelle sue potenti funzionalità; LinkedIn è un social network professionale, nel quale i professionisti presenti creano relazioni e condividono temi inerenti le loro attività.
Il profilo deve essere completo, ma non è sufficiente
“Mi sono iscritto a LinkedIn, da dove inizio?” è la prima domanda che mi viene posta e la risposta è semplice: descrivi la tua vita professionale. Sembra un’attività difficile e dispersiva, in realtà è sufficiente dare priorità ad aspetti quali:
- istruzione
- esperienze lavorative
- progetti
- corsi
- riepilogo, ovvero un sunto delle caratteristiche personali e delle competenze professionali
Fatto? Non hai ancora finito! Un profilo aggiornato ma che non interagisce o, peggio, non pubblica aggiornamenti di status costanti, è un profilo morto, passivo, poco interessante.
“Cosa condivido? Dove trovo l’ispirazione?” è l’altra domanda che mi sento rivolgere. Il web è (stra)colmo di notizie di tutti i tipi: trova i blog di tuo interesse, quelli che trattano temi nel campo in cui lavori o del quale sei appassionato, condividi i post che ritieni più interessanti e che potrebbero dare un valore aggiunto al tuo profilo, dando sempre un tuo punto di vista; infine, stimola l’interazione con i tuoi collegamenti: poni delle domande, cita un collegamento che potrebbe dare un punto di vista diverso dal tuo (sì, come negli altri social, inserendo la @ seguita dal nome del tuo collegamento, potrai citare una persona nel tuo status).
Pulse, le news di tuo interesse su LinkedIn
Prima dell’Aprile del 2013, LinkedIn aveva una sezione chiamata “LinkedIn Today”, definito, dallo stesso social, il quotidiano di LinkedIn. Da Aprile dello scorso anno la sezione è cambiata, grazie ad una acquisizione importante da parte del social professionale: per 90 milioni di dollari, Pulse, aggregatore di news, concorrente di Flipboard, passa nelle mani del social americano e dopo poco viene integrato all’interno delle funzionalità di LinkedIn, nella sezione “Interessi”, estendendo e potenziando la parte contenutistica.
Da circa 10 mesi, infatti, non solo è possibile selezionare i temi di interesse da visualizzare nella propria timeline, ma si è anche in grado di seguire i cosiddetti “influencers”, personaggi di spicco a livello internazionale, i quali condividono news sui temi di loro interesse o nei quali sono, appunto, degli influencers.
Il ciclo di vita dello status
La visibilità dell’aggiornamento su Facebook è medio-breve, il tempo necessario affinché l’azione descritta si concluda: “bella la vista da qui”, “pronti per la partenza”, “finalmente è week end” sono solo degli esempi di status a vita medio-breve.
Su Twitter la pubblicazione di un contenuto sulla timeline è ancora più breve a causa della velocità del mezzo di proporre numerosi aggiornamenti e condivisioni da parte degli utenti: chi segue un numero elevato di persone conosce bene l’importanza delle liste per gestire meglio le condivisioni dei propri following.
Su LinkedIn il tuo status ha una valenza medio-lunga ed è lo stesso LinkedIn a tenerne traccia, sia a livello di tempistica che di visualizzazioni, qualche screenshots ci aiuterà nell’esempio.
Come detto all’inizio del post, un profilo con uno status non aggiornato, è un profilo morto ed è lo stesso social a dirlo; la parte finale del messaggio presente nello screenshot in basso è eloquente “condividi qualcosa per tenere aggiornati i tuoi collegamenti”.
Quindi? Aggiorniamo il nostro stato con una news, un link, una tematica che possa essere interessante sia per noi che per i nostri collegamenti. A questo punto cosa succede? Diamo un’occhiata alla nostra timeline e sulla destra, nella sezione dedicata allo status, possiamo notare che LinkedIn sta monitorando il “reach” del nostro status, cioè sta analizzando la visibilità del nostro aggiornamento.
Dopo circa una settimana, siamo in grado di analizzare la visibilità del nostro status, sempre nella nostra timeline ed è LinkedIn a darci i dati: dall’esempio dello screenshot vediamo che lo status in questione è stato visualizzato da 123 utenti (le view aumentano in base alle impostazioni di pubblicazione “Pubblic” o “Connections”).
L’analisi è interattiva: si possono notare altri due cerchi oltre a quello delle views. Il primo rappresenta i collegamenti di secondo grado che sono potrebbero visualizzare il nostro status nel momento in cui i nostri collegamenti direitti (quelli di primo grado) dovessero condividere, commentare e consigliare il nostro status.
L’ulteriore cerchio è l’estensione del primo: se lo status è visualizzato da collegamenti esterni alla nostra rete, quest’ultima può estendersi e possiamo entrare in contatto con persone del nostro settore che al momento non conosciamo.
Definita l’importanza dell’aggiornamento dello status, cosa aspettate? Aggiornatelo subito, ma ricordate la regola sui contenuti: dovranno essere pertinenti al vostro settore di riferimento ed interessanti per i vostri collegamenti.