È fatto di messaggi solitari e gettati nella mischia, di retweet e di celebrità, Twitter. Ma di conversazione, quella vera, ce n’è piuttosto poca. Non sembrano bastare le soluzioni grafiche introdotte dalla società per favorire i rapporti tra gli utenti, almeno stando a quanto riportato in una recente analisi di Buzzdetector, società che opera nel settore dell’analytics sui social network.
Poca conversazione, si diceva. I numeri parlano chiaro: a prescindere dalla tematica trattata, il tasso di risposte sulla piattaforma non va oltre il 6,9%. Come a voler dire: tanti scrivono, tantissimi leggono e pochi rispondono. Sui criteri dello studio, va chiarito che non vengono considerati i retweet, semplicemente perché non rappresentano un modo vero e proprio di conversare, bensì un voler ‘ribattere’ un concetto già espresso da un altro utente.
Lo studio, che ha preso in considerazione 8 milioni di tweet, ha inoltre mostrato quelle che sono le tematiche maggiormente trattate su Twitter dai vari utenti: le categorie “Social TV”, “Emergency” e “Show Biz” sono quelle che generano la mole d’interazioni maggiore rispetto a tutti gli altri argomenti. Come mostra questo grafico:
Segnalo, tra le altre cose, questo post di Pier Luca Santoro, il quale ha avuto accesso ai dati specifici che riguardano l’Italia e i tweet in lingua italiana, dove il tasso di interazione è leggermente superiore alla media tracciata in precedenza: ci aggiriamo sul 10%, dato comunque piuttosto basso e che denota la natura complessiva di Twitter e il modo di viverlo da parte dei suoi utilizzatori.
Un dato in chiusura: appena lo 0,6% delle conversazioni giunge sino al quarto livello e dunque risulta prolungata.
Avete riscontrato anche voi questo fenomeno?