Dal giorno della sua integrazione con Twitter, Vine ha iniziato a rappresentare un’alternativa, un nuovo piano nella comunicazione delle aziende sulla piattaforma di micro-blogging.
In realtà Vine è un’applicazione, prima di tutto. Che permette di immortalare una serie di fotogrammi, montarli uno dopo l’altro e ottenere mini-clip della durata di pochi secondi. Presa così può sembrare una faccenda superflua, da poco. In realtà tutt’un tratto questo servizio così elementare, semplice e immediato significa, oggi, poter sfruttare un nuovo canale di condivisione coi propri utenti su Twitter.
Come avviene per tutto ciò che è nuovo, che si presenta con irruenza tra gli utenti, la domanda è: Vine può fare bene alle strategie di marketing delle aziende? E se la risposta è affermativa, in che modo può farlo? Un’analisi davvero ben fatta di com’è la situazione e di quelli che possono essere gli scenari futuri, l’ha realizzata Rachel Sprung su Hubspot. In questo post.
Vine: perché non serve
In sei secondi – questo è il tempo che avete a disposizione – è necessario far passare un messaggio. Che se non è centrato subito, rischia di rendere vano il tutto. Ecco perché la prima cosa da fare è chiedersi: cosa deve comunicare questa clip? Il tweet che allegherete al filmato potrà risultarvi utile nel far passare la corretta informazione attraverso l’account.
- Fornire informazioni sul contesto del video attraverso il tweet
- Usare l’audio (è supportato da Vine) per spiegare ciò che state mostrando
- Semplicità è la parola-chiave di Vine
Non ‘comprimere’ il messaggio
Vine offre sei secondi. Quelli devono bastare e il messaggio dev’essere commisurato a quel tempo. Un messaggio che necessità di un minuto, deve passare da altri canali. YouTube vi dice niente?
From the past to present, the labels tell the story of our 1969 jeans. #denimevolved vine.co/v/bvP0zgpe9Oa
— Gap (@Gap) 12 febbraio 2013
Gap mostra, in questo video, tutte le etichette dei suoi jeans dal 1969. Il risultato è però una clip dalla velocità folle, che non rende al meglio un’idea invece molto interessante. Probabilmente mostrare – ad esempio – meno modelli, in un tweet che comprendesse un lasso temporale minore, avrebbe reso al meglio l’idea.
Vine non è esclusivo
Può capitare – ed ha sicuramente senso – veicolare su Twitter un messaggio rivolto ad una specifica fascia dei propri followers. Magari ai clienti del brand, a quanti hanno acquistato uno specifico prodotto e così via.
Vine, però, è universale. Non è consigliabile creare un video per pochi intimi. Al contrario, è un’ottima soluzione per promuovere il marchio nei confronti di tutti gli utenti. Soprattutto verso quanti non vi conoscono.
Non usarlo per forza
Molto spesso le aziende vogliono utilizzare uno strumento online solamente per il gusto di farlo, di poter dire “ci siamo anche noi”. I risultati, in questo senso, non sono sempre esaltanti.
Al contrario, è sempre buona prassi inserire l’utilizzo di una nuova piattaforma nell’ambito di una precisa strategia di comunicazione. Tutto deve avere uno scopo. E cominciare col dare un’occhiata alle aziende che già utilizzano Vine oggi, può essere utile per capire se davvero quest’applicazione fa per voi e se può davvero arricchire l’esperienza dei vostri followers su Twitter.
Il parere di Angelo Marolla:
In realtà non vedo degli elementi negativi in Vine, credo sia uno strumento molto ben integrato all’interno di Twitter.
Vine: perché serve
Una volta specificati i casi in cui sarebbe meglio rimanere alla larga o comunque riflettere circa il vostro utilizzo di Vine, ecco invece tre casi nei quali, sì, quest’applicazione fa al caso vostro.
In anteprima…
Se il vostro brand è in procinto di lanciare un nuovo prodotto, i sei secondi di Vine sono ideali per lanciare un’anteprima, un assaggio di ciò che arriverà.
Sneak peek at Tim McGraw’s (hot) new body in this week’s PEOPLE! vine.co/v/bJYuBAjWv3Z
— People magazine (@peoplemag) 30 gennaio 2013
La rivista “People” ha sfruttato questa possibilità nel migliore dei modi. Una sbirciata al prossimo numero, per creare l’attesa. Non dovete necessariamente essere una rivista: il fatto di dare un’anteprima può risultare una strategia vincente in molti settori e per molte delle aziende che quotidianamente si muovono su Twitter.
Il discorso può valere anche per introdurre un aggiornamento di un servizio o una nuova funzionalità. Come avviene nella clip di Tech:
So earlier on we showed off the cover…but here it is in action, courtesy of new Twitter Video service Vine. vine.co/v/b5FgPUL5LAg
— tech. (@techdotmag) 25 gennaio 2013
Brand e persone
Se è vero che dare alle persone un’idea “umana” del brand può aiutarle ad avvicinarsi allo stesso, Vine può creare questo feeling nel giro di pochi attimi.
Dancing vine.co/v/b5dpFadpuUQ
— BuzzFeed (@BuzzFeed) 24 gennaio 2013
Guardate i dipendenti di BuzzFeed cosa si sono inventati per far capire che da loro si lavora, certo. Ma non solo.
Sfruttando l’audio
In partenza Vine non ha l’audio attivato. Ma mostrando una persona che parla, l’utente può essere incuriosito e l’audio può divenire un alleato importante. In questo modo Vine diventa utile anche per trasmettere un messaggio non esclusivamente visivo, bensì anche vocale. Un annuncio o qualcosa di simile.
The beginning. #loop vine.co/v/b1maztKQguh
— jimmy fallon (@jimmyfallon) 31 gennaio 2013
Potreste invitare le persone ad ascoltare l’audio anche attraverso il tweet, ad esempio.
Il parere di Angelo Marolla:
Perché usarlo? Perché in pochi secondi si può rendere qualcosa meglio di una foto, soprattutto a fini giornalistici. Tulin Daloglu, collaboratorice del NY Times e giornalista di Al-Monitor, ne è il perfetto esempio, infatti ha raccontato i momenti successivi all’attaco dell’ambasciata USA ad Ankara del 1 febbraio. Un esempio: vine.co/v/b1MDTPM1YzJ
In conclusione
Stai utilizzando Vine su Twitter per promuovere il tuo brand?
Secondo te in cosa Vine è utile e in cosa è per cosa, invece, non garantisce alcun risultato tangibile?