Più il tempo passa e più i social network entrano a far parte della nostra vita a tal punto da influenzare i rapporti interpersonali, d’amore e d’amicizia… e qualche volta anche di odio.
Diversi sono i libri e gli articoli scritti sull’argomento. Solo per citarne qualcuno:
– Unfriending My Ex di Kim Stolz
https://time.com/2917916/kim-stolz-how-social-media-is-ruining-our-relationships/
– Seven Myths about social media and relationships di Pamela Rutledge
– Couples, the internet, and social media di Amanda Lenhart e Maeve Duggan
https://www.pewinternet.org/2014/02/11/couples-the-internet-and-social-media/
Sappiamo tutti che Facebook si basa su un algoritmo che con una certa costanza viene aggiornato. Alcuni valori noti di questo algoritmo fanno riferimento a: Afinity, weight e time decay, tipologia di post, feedback negativi, dispositivi , relationship settings, story buping, last actor.
Ma se il nostro focus sono le relazioni tra persone dobbiamo in prima istanza concentrarci sul primo fattore, che, insieme a weight e time decay, sono ciò che ci ha tramandato il buon vecchio e ormai defunto EdgeRank. L’affinità è il rapporto, per così dire, a senso unico che si ha con una determinata persona, cioè più mostro interesse con le modalità a mia disposizione, più ho possibilità di visualizzare i suoi contenuti (commenti, like, condivisioni suoi contenuti).
Logicamente Facebook, e più in generale i social network, stanno influenzando le nostre realzioni interpersonali in diversi modi e non è tutto oro quello che luccica, infatti potrebbe essere che luccichi per chi vi investe e per i brand, ma non per i rapporti tra le persone. Prima di scendere nel particolare di questi aspetti bisogna dare uno sguardo alla tipologia di utenti che abitano Facebook e i social in generale. Questo per cercare di comprendere alcune dinamiche che possono prendere vita in una giornata social quando ci imbattiamo in differenti abitudini facebookiane. Io ho voluto dividere questi utenti in 5 categorie:
- I GUARDONI: coloro che passano tantissimo tempo sui social ma interagiscono pochissimo, ma vi assicuro sanno tutto di tutti e fanno sapere poco o nulla della loro vita o interessi.
- I DISCRETI: chi sta poco sui social e interagisce solo sporadicamente
- GLI SPAMMER (sottofondo canzone SHPALMAN di ELIO) c’è chi posta solo argomenti riguardanti la propria professione e il proprio lavoro anche 30 volte al giorno.
- CE STO SOLO IO: chi posta molto ma interagisce pochissimo.
- W I SOCIAL: i veri amanti dei social network, coloro che utilizzano lo strumento con il giusto equilibrio tra post fatti ed interazioni con gli altri amici o utenti, come meglio preferite chiamarli.
Tutte queste categorie di FACEBOOKSONE devono interfacciarsi con il resto del mondo FACEBOOK e devono avere a che fare con post che ormai sono come farfalle, vale a dire: hanno vita breve.
A questo punto la domanda è spontanea: quali sono gli aspetti positivi e negativi nei rapporti tra persone in questo nuovo mondo socialmedizzato?
Aspetti negativi
Sicuramente gli aspetti negativi di questo super uso dei social network sono davanti agli occhi di tutti, ma io voglio provare a farvi riflettere davvero su quanto abbiamo cambiato le nostre abitudini. Con la crescita dell’utilizzo del mobile soprattutto, non ci guardiamo più negli occhi, abbiamo sempre il capo chino e ci perdiamo spesso quei magici incroci di sguardi che ormai leggiamo solo sui libri, ammesso che abbiamo ancora il tempo per leggerli… Sensazioni ben descritte da Paulo Coelho: “Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”.
Purtroppo a mio avviso non è tutto! Siamo diventati anche più aggressivi e ipercritici e coloro che lavorano sui social non devono tenere a bada solo le varie novità di Facebook, le tanto odiate regole del 20% e altro ancora, ma anche i “bollenti e irrequieti spiriti” delle FACEBOOKSONE.
Sui social tante cose possono diventare virali, ma con altrettanta facilità passano, ci soffermiamo spesso davvero molto poco su notizie o argomenti che contano, anche se sono davvero interessanti e meriterebbero un eco maggiore e più approfondito. Questo perché? Perché neanche Eraclito dicendo “tutto scorre” avrebbe mai immaginato che davvero scorresse tutto così come un fiume in piena. Questo poi è uno dei motivi per cui si diventa sempre più superficiali, si bada sempre meno a ciò che si condivide, ci si dimentica di citare (Citare la fonte non nuoce gravemente alla salute https://socialblog.giorgiotave.it/citare-la-fonte-social-network/2990) e non si analizza a fondo quasi nulla.
Aspetti positivi
Ma non è mica tutto “fango”! Gli aspetti positivi ci sono e come. Guardando al marketing in primis abbiamo sicuramente la capacità di reperire informazioni su un prodotto che abbiamo intenzione di acquistare, cercare informazioni su qualcosa o avere feedback dai nostri amici su un viaggio, un possibile acquisto, un ristorante, ecc..
Tornando ai rapporti interpersonali, invece, basti pensare a come si possano stringere legami con persone che per conoscere bene avremmo magari dovuto incontrare diverse volte e, quindi, in questo mondo frenetico, non avremmo avuto la possibilità di farlo. Oppure riuscire a scoprire affinità e passioni comuni con nostri amici e per esempio organizzare un qualcosa insieme proprio legato a questo comune obiettivo o stile di vita. I social, e Facebook soprattutto, ci danno la possibilità di ritrovare persone con le quali abbiamo condiviso una parte della nostra vita, ma che poi abbiamo perso, non per scelta, ma perché le strade si sono divise per diversi motivi. Se ci pensate bene non sono banalità, come non può essere una banalità neanche il modo in cui un semplice social network possa aiutare nella raccolta fondi per uno strumento medico o semplicemente per dare visibilità a progetti o a racconti di vita che, molto probabilmente, non avrebbero trovato tanta visibilità se non fossero stati aiutati proprio dalle nostre condivisioni. Per citarne uno che mi sta particolarmente a cuore e che racchiude proprio tutti questi aspetti positivi insieme c’è questo che vi invito a guardare: https://ospiteinatteso.wordpress.com/
Quindi a mio avviso anche per i social in medio stat virtus e spero con questo articolo di avervi semplicemente lasciato un modo per riflettere a come stiamo usando i social network e quanto. Per capirlo basterà forse porsi due semplici domande: quanti sguardi ho incrociato oggi? Mi sono documentato su quello che ho condiviso sui social?
Come al solito è questione di vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Indubbiamente per le aziende i social sono uno strumento prezioso di marketing, ma per i singoli dubito che abbiano un effettivo valore e utilità…
Dopotutto, fino a dieci o quindici anni fa parlavamo ugualmente con le persone, no? Esisteva pur sempre il telefono e il cellulare, gli sms, le chat. Non pensate che fosse meglio coltivare i rapporti in quel modo?
Ciao! Se non avessero effetti sui singoli sarebbe difficile che le aziende se ne occupassero così tanto. Inoltre 15 anni fa avevamo cellulari e sms ma ne facevamo un altro uso. Con i social, e soprattutto con i social sul mobile, spesso si tende a farne un uso eccessivo. Anche io credo che si debba vedere il bicchiere mezzo pieno, ma al contempo non va persa l’oggettività e credo che, soprattutto in questi ultimi due anni, le cose stiano cambiando pesantemente.
Sempre più spesso creare una pagina sui social per le PMI , in primis proprio Facebook, può portare ad un aumento notevole di visibilità e nel medio-lungo periodo anche ad un ritorno in termini di nuove visite al proprio sito aziendale. Per quanto riguarda le pagine dei singoli utenti, c’è chi ne fa buon uso e chi un uso improprio, ma ahimè ognuno è libero di crearsi la propria reputazione on-line come meglio crede, proprio come succede nella realtà. A presto!