Social Blog GT https://socialblog.giorgiotave.it Notizie ed segnalazioni SOCIAL dal Forum GT Tue, 12 Feb 2019 16:58:01 +0000 it-IT hourly 1 La Superficialità degli Ambienti Social deve essere presa in considerazione https://socialblog.giorgiotave.it/superficialita-ambienti-sociali/4466 https://socialblog.giorgiotave.it/superficialita-ambienti-sociali/4466#respond Tue, 12 Feb 2019 16:58:01 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4466 Qualche giorno fa ho pubblicato un video dal titolo “Engagement Facebook: incredibile -50%. Su Instagram sarà Catastrofe!” Riccaro Mares mi ha detto che è un video lungo, anche se è molto interessante. E che sarebbe il caso di averlo anche … Continua

La Superficialità degli Ambienti Social deve essere presa in considerazione

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Qualche giorno fa ho pubblicato un video dal titolo “Engagement Facebook: incredibile -50%. Su Instagram sarà Catastrofe!”

Riccaro Mares mi ha detto che è un video lungo, anche se è molto interessante. E che sarebbe il caso di averlo anche testuale. Io condivido con lui questa esigenza, ovvero che per alcuni video vale la pena anche perché sono consapevole che ognuno ha i suoi canali preferiti per usufruire di un contenuto. Chi audio, chi video, chi testo.

Mi hanno chiesto anche di creare dei podcast.

Accolgo la richiesta di Riccardo andando a scrivere un articolo con le cose salienti del video che sarà un’eccezione però. Questo perché sto cercando di fare meno cose possibile. Ovvero mi piace molto registrare video e poi stop. Già quando monto qualcosa non mi piace più 😀

Voglio fare di meno. Non voglio aumentare le fonti, non voglio raggiungere un pubblico più ampio. Voglio che ci sia semplicità e un’unica fonte: YouTube. Ho già un canale Telegram e per discutere il Forum GT. Stop, è già troppo )

Sì sì, per una questione di marketing ci sono miliardi di cose che potrei fare: le conosco bene. Le uso per altro. Per i video voglio il massimo della semplicità.

Vediamo al contenuto del video, vi suggerisco anche questo articolo che ho scritto a Dicembre 2018: L’engagement organico del vicino è sempre più verde.

Faccio una simil-trascrizione del discorso più interessante, tralasciando la prima parte che non è focalizzata sui dati degli ambienti sociali.

Su Facebook si stanno creando molti più post che in passato e l’engagement è crollato: -50%. Fonte.

Una cosa evidente è che la reach organica non è per tutti: anche su Instagram sta calando l’engagement, mentre i dati ci dicono che funzionano le stories. Se trovate un’indagine che dice il contrario segnalatemela.

Come per ogni novità, così come per i video di Facebook che funzionano rispetto ad altri contenuti, le stories fatte bene funzionano. Ma che cos’è che sta accadendo a livello macro, che è molto più grande dell singolo orticello di ognuno di noi?

Tutte le analisi che stanno uscendo in modo approfondito danno parametri negativi.

Secondo me per un motivo particolare: le persone si stanno stancando, ognuno troverà la sua dimensione, il suo ambiente. Sul forum gt diciamo “le mucche attirano le mucche e le farfalle attirno le farfalle”.

Si commenta di meno oggi, anche per questo l’adv costa di più. Le persone interagiscono di meno > salgono i costi.

Il perché è semplice: è pieno di odio in giro.

E per fortuna c’è un grande numero di persone che si stanca di stare in ambienti dove l’odio profilera
I commenti sono sempre più con accezioni negative e quindi, per questo motivio, le cose sensazionali hanno più visibilità.

Dovremmo essere più responsabili e fare più scelte, e dire più no. Lasciare andare insomma, per un internet migliore 🙂

Queste dinamiche sono chiare a chi è un community manager, non ai gestori delle pagine facebook, che non hanno una community, chi l’ha creata è stato bravo.

Io rimango sempre molto colpito quando qualcuno si lamenta su Facebook pensando sempre che la colpa sia di altri, mettendo screen, accusando clienti.

Ma lo sapete che le persone che accusate sono proprio lì? Ma alzate il telefono!

In ambienti pieni di queste cose, la voglia di andare verso altri lidi è molto più frequente.

Ci sono persone che hanno investito e che gli è stato detto di investire migliaia di euro per creare Pagine Facebook e che ora si ritrovano con nulla.

E continuano con l’errore: si spostano su Instagram, dove oggi si ottiene di più (engagement).

E qui viene il bello: dobbiamo imparare a vedere le cose dall’alto, con una linea temporale che non è il presente.

Ma si, ci sono esempi positivi, sì, io conosco un sacco di consulenti bravi: lo so che ottenete i numeri, ma non sono per tutti. Siete bravi, ma è un esempio educativo sbagliato. NON TUTTI POSSONO OTTENERLI.

Va detto questo prima di ogni cosa. Estremizzando, non tutti possono essere Chiara Ferragni, è anche stupido voler essere come lei.

Quello che è accaduto è che ci siamo spostati da un ambiente superciale ad un altro ancora pià superficiale: da Twitter a Facebook, da Facebook a Instagram: uno più superficiale dell’altro.

E infatti le interazioni valgono meno!

Un mi piace ad un video di YouTube ha richiesto un’attenzione molto più alta che un cuoricino su Instagram. Nessuno infatti mostra le statistiche di quanti contenuti guardiamo su ogni singolo social. Quandi video al giorno riusciamo a guardare? E quante foto su Instagram? Capite che l’interazione ha un valore maggiore negli ambienti dove abbiamo un livello di attenzione alto?

Almeno molti di quelli che usano Linkedin lo fanno per vendere: hanno quindi un riscontro vero.

Per me sarà una catastrofe su Instagram.

Il perché è semplice: molti tendono a investire per costruire qualcosa nel lungo periodo, ma più un ambiente è superficiale, più la “community” che creeremo sarà superficiale.

Non è guardare il futuro, nessuno vede il futuro, si legge bene il presente. Questa cosa è già avvenuta su Facebook .

I 10.000 Follower su Instagram non sono i 10.000 nella newsletter.

Ci saranno una marea di persone che si pentiranno di non aver messo quei soldi sul sito web.

E i 10.000 su Instagram, non sono i 10.000 su YouTube che valgono molto molto di più, perché il legame è molto più forte.

Provate a chiedere di farvi citare, da utenti che usano le piattaforme, 10 account di Instagram che seguono. Chi se li ricorda?

10 account YouTube? Quelli di YouTube se li ricordano di più e guardano più contenuti specifici.

Infatti, di tutti gli ambienti sociali, YouTube è quello che garantisce meglio questo cosa. Investire su YouTube, nella creazione di una community, ha un valore nel tempo più alto rispetto ad altri ambienti.

Ovviamente a parità dei numerini che vengono tenuti in considerazione.

Si passa da un social all’altro, ma Youtube rimane sempre qui, e sta crescendo molto.

Perché YouTube fa numeri veri, non fake. Si, ci sono i bot, ma non incidono come nelle altre piattaforme.

Perché su YouTube hai altri parametri più reali che sono messi in evidenza dalla piattaforma.

La Superficialità degli Ambienti Social deve essere presa in considerazione

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Cosa c’è dietro l’Uovo su Instagram? https://socialblog.giorgiotave.it/uovo-instagram/4443 https://socialblog.giorgiotave.it/uovo-instagram/4443#respond Mon, 21 Jan 2019 10:45:36 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4443 Sta accadendo qualcosa di strano e forse ci sarà una campagna dietro l’uovo. E in quel caso la domanda sarà: è nato prima l’uovo o la campagna? Eh sì, perché viene da chiedersi se l’idea di fare una campagna sia … Continua

Cosa c’è dietro l’Uovo su Instagram?

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Sta accadendo qualcosa di strano e forse ci sarà una campagna dietro l’uovo. E in quel caso la domanda sarà: è nato prima l’uovo o la campagna?

Eh sì, perché viene da chiedersi se l’idea di fare una campagna sia nata prima o dopo la prima foto.

Senza contare che ancora nessuno ha fatto un’analisi sui BOT: oppure io non l’ho ancora vista.

Perché dico che ci sarà una campagna?

Guardate:

È spuntato un secondo uovo e ha una crepa in alto a sinistra (18 Gennaio).

Ecco, ora diventa interessante o almeno curioso seguire la vicenda. Piano però con tutte le considerazioni dei vari guru sui social e comunicazione. Non ne abbiamo bisogno.

Aggiornamento: il 22 Gennaio spunta un terzo uovo.

Perché dico che c’è una campagna e perché il dubbio è se è nata prima o dopo?

Perché ad un certo punto sull’account sono spuntate delle magliette da acquistare, segno che ci si voleva monetizzare ovviamente.

Sia ufficiali che non

Su instragram intanto sono spuntati tanti profili che cercano di ottimizzare la bio per la chiave World Record Egg e aumentare la visibilità, c’è anche chi si spaccia per l’ideatore.

Chiedendo a Google quanti contenuti conosce su Instagram con la frase ne troviamo un bel po’

Sono interessanti anche i dati che presenta Wikipedia:

Ad oggi l’uovo stacca tutti, riuscirà con la seconda foto a entrare nei primi 20? Per ora abbiamo 8 volte Cristiano Ronaldo e 6 Kylie Jenner. Sono tutte persone. Guardiamo anche la classifica di quanto sono rimasti primi.

Da segnalare che è anche il contenuto con più like di Internet

 

Nei primi giorni di lancio Matt Navarra faceva notare anche le stories dell’account.

E vale la pena di segnalare questo tweet di Netflix

La campagna è stata tentata anche su Twitter, ma gli utenti di Twitter secondo me hanno qualcosa in più

Sarebbe bello fare una raccolta dei più belli. Come per esempio sarebbe bello farla per il 10 years challenge.

Avete segnalazioni di qualsiasi tipo?

Seguiremo la vicenda perché si fa veramente curiosa 🙂

 

 

Cosa c’è dietro l’Uovo su Instagram?

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Google Plus: fine di un’era? Non proprio https://socialblog.giorgiotave.it/google-plus-fine/4438 https://socialblog.giorgiotave.it/google-plus-fine/4438#comments Fri, 21 Dec 2018 09:53:36 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4438 Io questo non creto! Direbbe il nostro amico Crozza nei panni di Razzi. Voglio mostrarvi tre immagini. La prima: lo vedete quel follow? La seconda: li vedete quei commenti? I mi piace e non mi piace?   La terza: il … Continua

Google Plus: fine di un’era? Non proprio

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Io questo non creto! Direbbe il nostro amico Crozza nei panni di Razzi.

Voglio mostrarvi tre immagini.

La prima: lo vedete quel follow?

La seconda: li vedete quei commenti? I mi piace e non mi piace?

 

La terza: il mi piace sui Google Post (visto qui)

 

Ecco. Quelli di Google non si arrendono. Hanno già tutti i dati possibili e immaginabili, si sono resi conto che possono fare a meno di un social per la ricerca: HANNO TUTTO DAVVERO.

Però il Social gli fa gola. Non riescono a capacitarsene. Oppure c’è un’altra spiegazione. Oramai qualsiasi progetto web deve essere orientato ad azioni social. Quelli che lavorano ai prodotti Google ci provano, un po’ di qua e un po’ di là. Testano, vedono come va.

Il problema è che Google è molto grande. Hanno fatto l’account unico. Hanno YouTube. Quanti cavoli di profili “Google” con azioni social diverse dovremmo avere?

Commentiamo su YouTube, nelle Recensioni dei Ristoranti, nelle Partite Live, su Google Play, nei loro Forum. C’è un luogo dove tutta questa attività si vede?

Quindi, no, l’era dei social in casa Google non finisce con Google Plus.

Il problema però, dal mio punto di vista è un altro: gli ambienti sociali dovrebbero avere uno scopo, quello di fare community, non quello di rendere un progetto più social.

O no?

Google Plus: fine di un’era? Non proprio

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L’engagement organico del vicino è sempre più verde https://socialblog.giorgiotave.it/engagement-organico/4433 https://socialblog.giorgiotave.it/engagement-organico/4433#comments Mon, 03 Dec 2018 12:17:39 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4433 Qualcuno potrebbe dire che il 2019 sarà l’anno di Instagram. Ah, sarebbe bello se ci fosse davvero una suddivisione temporale così netta per le cose, che bella semplificazione. Da qualche mese si nota che l’ambiente sociale comprato da Facebook sta … Continua

L’engagement organico del vicino è sempre più verde

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Qualcuno potrebbe dire che il 2019 sarà l’anno di Instagram. Ah, sarebbe bello se ci fosse davvero una suddivisione temporale così netta per le cose, che bella semplificazione.

Da qualche mese si nota che l’ambiente sociale comprato da Facebook sta attirando le attenzioni degli investitori: molte campagne si stanno spostando. Ad avere un occhio un po’ più sensibile si noterebbe che la stessa cosa sta avvenendo su YouTube: ovvero in molti si stanno concentrando sul far bene su questa piattaforma.

Le nuove generazioni non si iscrivono più a Facebook, ma conoscono benissimo YouTube e Instagram ¹. A dir la verità, YouTube è stato da sempre l’ambiente sociale più apprezzato dalle nuove generazioni, generazione dopo generazione, gli altri si sono sempre affiancati.

YouTube e Facebook, qualche anno fa.

YouTube e Instagram, ora.

YouTube c’è sempre. Non lo dicono, quelli che parlano di numeri, perché la stragrande maggioranza delle analisi dei dati dei Social Network non prende in considerazione YouTube. La risposta ufficiale è che YouTube non è un Social (lo è, tra le altre cose è quello con più creazione di community reale), quella vera è che avere dei dati su YouTube è un po’ più complesso. Quindi non li trattano.

Ebbene sì. Molti prendono decisioni su dati superficiali.

immagine ironica: la faccia dell'urlo di munch viene riprodotta con un pezzo di pane. La descrizione è L'urlo di Munch, versione integrale

Visto da Luca Brambilla ²

È veramente assurdo seguire le mode dei social, con Facebook è diventato molto frequente seguire le sue decisioni di cambi di algoritmo.

Facebook alza l’engagement delle foto? Andiamo di foto.

Ora premia le live? Vai con le live.

I video hanno un engagement molto alto da oggi? Ottimo, creiamo una produzione video.

Questo senza pensare bene né al brand che si sta gestendo né alla capacità di saper comunicare attraverso un determinato formato. Lo facciamo perché lo dice l’engagement.

Questa per Facebook è un’arma a doppio taglio. Infatti, siccome l’engagement è in calo da danni, appena c’è qualcosa di migliore lo si segue.

Ed è arrivato il famoso momento di quando “l’engagement organico del vicino è sempre più verde”. E il vicino si chiama Instagram. E per chi si è abituato a vedere i dati delle visualizzazioni dei video, il vicino si chiama YouTube, visto che quelle di Facebook sono talmente bassi che sembrano più impression che visualizzazioni.

Le colpe sono ovviamente condivise e riguardano sempre tutti. A volte semplicemente si deve fare così, non è una questione di essere bravi o meno, è una questione globale.

Lo dico perché una cosa è la teoria che uno può fare, un’altra è la pratica. E la pratica ti costringe a volte ai compromessi.

Come uscire dalla trappola dell’engagement

Non c’è, purtroppo, una ricerca prestabilita. Ma di sicuro si cade nella trappola quando il livello di conoscenza di tutte persone coinvolte nel progetto non è elevato. Quindi, gioco forza, si esce dalla trappola aumentando la conoscenza e consapevolezza di questi numeri.

Direi che, per iniziare, si può procedere su quattro direzioni:

  1. Imparare insieme il significato delle parole associato alle metriche
  2. Monitorare il costo di un contenuto
  3. Monitorare il valore dell’interazione
  4. Usare strumenti di reportistica adeguati

Mi piacerebbe però raccogliere tutte le altre direzioni che suggeriscono altri 🙂

1. Imparare insieme il significato delle parole associato alle metriche

Se tutte le persone che partecipano al progetto non hanno chiaro il significato delle parole, dal cliente a chi effettivamente poi preme il tasto pubblico, succedono i classici casini che ci fanno rimanere per sempre incollati all’engagement.

Vediamo alcune parole

A) Persone Raggiunte.

Se i clienti credono che siano davvero il numero di persone raggiunte e si fermano a quello è ovvio che non usciranno mai da questa metrica. Per forza. Perché è troppo appetibile e alto e fino a quando non vanno in crisi resteranno fermi a guardare questo numero.

Cosa sono davvero le Persone Raggiunte?

Immagina un treno veloce. Ci sono 300 persone a bordo. Fa un viaggio di sola andata verso un posto e il giorno dopo torna. Tra un paese e l’altro c’è, a vista, un cartellone pubblicitario. Tu lo compri. Persone raggiunte: 300.

Torna tutto no?

No, perché “persone che passano di fianco al cartellone pubblicitario ad una velocità alta” non è la stessa cosa “persone raggiunte”.

Quindi, magari, possiamo passare a: come faccio a sapere quante persone raggiungo con il mio messaggio?

Ma cosa significa raggiungere veramente una persona?

A me piace la frase di William Bernbach che ho scoperto nel libro a lui dedicato scritto da Giuseppe Mazza ³:

“La verità non è verità se la gente non ti crede, e non possono crederti se non sanno cosa dici, e non sanno cosa dici se non ti ascoltano, e non ti ascolteranno se non sarà interessante, e non sarà interessante se non dici le cose in modo fresco, originale, fantasioso.”

Tu le raggiungi quando hanno la tua attenzione. Vallo a monitorare. È complesso e quindi semplifichiamo, facendo danni.

B) Visualizzazioni

Su Facebook, una visualizzazione avviene dopo 3 secondi e, visto che il traffico da mobile e lo scroll, a volte ciò che Facebook chiama Visualizzazione, per YouTube è semplicemente una impression.

Andando negli Insight si può notare come il tasso di abbandono è molto elevato e se si entra nel dettaglio delle visualizzazioni riprodotte senza audio ci prende male.

Comparando questi numeri su YouTube, per esempio, notiamo totalmente un altro mondo. Lo sappiamo noi che siamo un po’ più appassionati di dati.

Ma ovviamente gli altri non lo sanno e credono che siano visualizzazioni. In America si sono svegliati e hanno iniziato a protestare. Vuol dire che non è una cosa da poco.

C) Iscritti

Avete mai sentito qualcuno dire: ho 10.000 iscritti ma i miei contenuti li raggiungono in pochi? Bene. Affrontato che quel raggiunto è falso, lo è anche gli iscritti. Perché, per esempio, oggi quel numerino di Mi Piace, Iscritti, Follower non indica quello che il nostro cervello recepisce.

Il problema di queste parole è infatti che noi diamo per scontato i significati che ci sono, noi ce li portiamo dietro. Dovremmo stare attenti. Chi li ha creati, per me, lo sapeva bene che tipo di meccanismo avrebbe instaurato.

Quel numero non indica le persone che sono interessate a ricevere i prossimi nostri contenuti.

Per esempio YouTube lo ha capito e ha inserito la campanella dicendo alle persone: se vuoi ricevere una notifica ogni volta che viene caricato un contenuto su questo canale, attiva la campanella.

Conosciamo questo numero? No
Conosciamo quello di Facebook di chi attiva le notifiche? No.

Potremmo continuare con il descrivere queste parole all’infinito, sia per quelle citate, sia per le tante tante tante altre. Se ogni persona diventasse consapevole di questo potremmo parlarci più schiettamente.

E potremmo fare un piano per monitorare le cose in modo migliore. I più bravi lo fanno.

2. Monitorare il costo di un contenuto

Quando mi è davvero costato quel post su Instagram?

Non vi invito a calcolare il ROI, perché per i Social è complesso e se non li usiamo per convertire vorrei proprio sapere che tipo di ROI si va a calcolare.

Vi invito, semplicemente, a valutare i costi effettivi dei singoli contenuti. Giusto per saperlo, se sono in linea, per esempio, con un bel contenuto che resterà per sempre sul vostro sito (su Facebook dopo poche ore il contenuto non esiste più, per esempio).

Solo per questo. Tralasciamo i costi di strategia.

  • Quando costa produrre l’immagine?
  • Quanto i testi?
  • La gestione dei commenti?

Dopo questo bel numerino verificate quanti di questi contenuti raggiungono i loro obiettivi. Almeno generici. Perché riempire le vostre pagine con contenuti e post fatti da 2-3 like forse non conviene. Economicamente.

Quando costa invece creare una guida sul proprio sito, approfondita, pensata per gli utenti. Certamente, costerà di più.

Ma voglio vedere se costerà di più dei mille post che farete nei prossimi 250 giorni.

Non c’è un meglio e un peggio, ci sono degli obiettivi e ci sono strategie adatte. Ma a volte, dico a volte, ci facciamo prendere dalla voglia di altro e ci sfugge il focus.

Così, almeno ribilanciamo un attimo. Perché personalmente vedo tanti siti di aziende fermi da un punto di vista di aggiornamento, ma con i canali social a mille. Come produzione di contenuti si intende eh.

3. Monitorare il valore di un’interazione

È una provocazione per farvi fare un ragionamento.

C’è una persona che passa 6 ore su Internet.

2 Su YouTube, 2 su Facebook, 2 su Instagram.

Su YouTube guarda 7 video.

Su Facebook 150 contenuti.

Su Instagram 500 contenuti.

Secondo voi, l’interazione che farà su YouTube ha la stessa importanza di quella che farà su Instagram?

Tanti più contenuti vediamo tanto più avremo un approccio superficiale al contenuto stesso. Sarà una cosa leggera. Che non ricorderemo nemmeno.

Le piattaforme ci dicono quanto tempo passiamo da loro e sono contente di comunicare i grandi numeri. Sarebbe bello conoscere il rapporto Minuti Passati > Contenuti Guardati > Interazioni Fatte.

Già questo sarebbe un gran passo avanti. La superficialità si vedrà nel lungo periodo, io ne sono certo.

4. Usare strumenti di reportistica adeguati

Oggi abbiamo la fortuna di avere degli strumenti come Data Studio che consentono di creare delle belle dashboard adatte per ogni persona diversa con esigenze diverse. Incrociare le metriche da più parti, unirle, aggiornare tutto in tempo reale, condividere. E lo strumento è gratis.

Io credo che strumenti come Data Studio siano difficili non tanto perché devi imparare qualcosa di nuovo, ma perché ti costringe poi ad avere a che fare con tante cose che non volevamo proprio ad averci a che fare. Con quelle parole che non ci piacciono molto: obiettivi, KPI, business, strategia.

Diciamoci la verità: è possibile ancora oggi fare dei “piani” sui social in modo semplice, spendere un po’ di adv e ottenere dei risultati. È più facile improvvisarsi rispetto per esempio alla SEO. Certo, sui social per ottenere dei buoni risultati reali davvero devi fare un gran lavoro. E tanti lo fanno.

Ma se tutto il settore è così attratto ancora dall’engagement, se segue ancora le mode dei numerini, guardate che non è poi così maturo come ci raccontiamo 🙂

Guardate che il fatto di spostarsi su Instagram perché l’engagement organico è più alto è un sintomo pericoloso.

 

 

Giorgio

Note.

  1. I dati sulla Generazione Z e Facebook li potete cercare su Google: troverete molte fonti. Qualsiasi indagine dirà che si usa molto Instagram e YouTube e che Facebook, quando c’è, è usato molto poco. Vi consiglio inoltre “il white paper di Skuola.net sull’universo dei giovani“.
  2. L’immagine l’ho vista qui https://twitter.com/BrambillaLuca/status/985958468132786184 e ho solo messo il testo di Luca dentro l’immagine stessa.
  3. Vi consiglio il libro Bernbach pubblicitario umanista. La prima raccolta dei testi del più grande tra i mad men. La citazione è contenuta verso la fine.

L’engagement organico del vicino è sempre più verde

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https://socialblog.giorgiotave.it/engagement-organico/4433/feed 3
Facebook cambia ancora algoritmo: no al panico, sì alla strategia https://socialblog.giorgiotave.it/facebook-cambia-ancora-algoritmo-no-al-panico-si-alla-strategia/4428 https://socialblog.giorgiotave.it/facebook-cambia-ancora-algoritmo-no-al-panico-si-alla-strategia/4428#comments Fri, 26 Jan 2018 10:25:50 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4428 Appena Facebook e il suo papà escono con un aggiornamento algoritmico, nei giorni a seguire non si fa altro che parlare della novità, spesso però senza aver analizzato a fondo l’argomento. E così ci troviamo con nuove teorie e concezioni … Continua

Facebook cambia ancora algoritmo: no al panico, sì alla strategia

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Appena Facebook e il suo papà escono con un aggiornamento algoritmico, nei giorni a seguire non si fa altro che parlare della novità, spesso però senza aver analizzato a fondo l’argomento. E così ci troviamo con nuove teorie e concezioni che spuntano fuori dal nulla, quasi fossero dei funghi, tanti e tutti insieme.Già da qui si capisce che tutti coloro che hanno sostenuto nei giorni scorsi quanto segue erano fuori rotta. Vale a dire: “Facebook ha siglato la sua condanna“. Totò direbbe: “Ma mi faccia il piacere mi faccia…“. Pendono tutti dalle labbra di Zuck, appena rilascia un aggiornamento o dice “A” siamo tutti lì a confabulare e a parlarne.

Ma abbiamo la memoria molto corta. Quello che è stato detto qualche giorno fa non è molto diverso da quanto sostenuto ormai mesi fa e trattato da Mousseri nello specifico (Newsfeed VP di Facebook): il solito “dare il contenuto giusto alla persona giusta” con aggiunta di prestare attenzione alle relazioni che ha questa persona:  ne avevamo parlato in questo articolo.

Cosa c’è di nuovo nell’aggiornamento dell’11 Gennaio?

Del resto c’era da aspettarselo, anno nuovo è sempre rima di algoritmo nuovo, vero?

  • I video Live avranno sempre più importanza, molta di più dei video normali. E sì perché Facebook non vuole solo che siamo chinati a guardare il nostro mobile, vuole proprio che ci giriamo intorno senza osservare più. Siamo ormai incatenati al nostro cellulare.
  • Sollecitare il più possibile le discussioni, ma quelle vere, mica con l’engagement baiting. Perché quello vi ricordo non si può fare più (FORSE).
  • Grande importanza ai gruppi. Di questo personalmente sono molto felice, perché al Social Media Strategies 2017 di Rimini avevo posto grande enfasi su questo dicendo: “se Facebook dà la possibilità alle pagine di creare gruppi un motivo ci sarà”.

Le pagine Local: alla faccia di chi pensa che Facebook sia solo grafiche super fighe e cose super organizzate. Facebook e la pubblicità si pagano, ma anche se hai idee, nel piccolo, senza fare “schifezze” puoi farcela. Non a caso sta testando anche uno strumento, più che altro sezione per le notizie e di eventi local.

Facebook è tutta una strategia… Il bello di chi fa questo lavoro da social media man o woman è anche questo. Applicare strategia e tattica in base a quanto fa il social in blu, che come sempre dico: pare Pacman. Mangia tutto ciò che gli piace di altri social o altre tecnologie e le porta al suo interno. Sempre più piattaforma quindi. Credo sia necessario imparare sempre più ad agire e reagire e parlare con i nostri clienti proprio in termini di tattica e strategia. Tattica nel piccolo, reazioni nel breve periodo e strategia in grande più a medio termine, dato che a lungo con uno che ti fa un aggiornamento al secondo non puoi permetterti di ragionare.

Una strategia da implementare subito sarebbe quella di pensare ad un budget, qualora non fosse ancora stato fatto, da destinare ai nostri post, pubblicità. Periodicizzarne alcuni, tenere più o meno sempre attivi altri. Se vuoi esserci devi pensare anche a questo e con l’incrementare del numero delle pagine credo sia anche normale che una svolta al News Feed la dovesse dare. La qualità ok, ma devi anche avere a che fare con l’accresciuta quantità di contenuti di qualità e accresciuto numero di pagine.

Praticamente è come dire che due anni fa in una strada di centro città avevi un unico cartellone pubblicitario di un solo negozio; ora non solo hai 20 cartelloni, ma sono fatti anche quasi tutti in modo corretto, sia per ciò che riguarda il messaggio, sia per i colori utilizzati, sia per le dimensioni. In qualche modo devi andare anche in altre strade o limitare il numero di cartelloni che fai vedere. Altrimenti la gente non ci capisce più nulla.

Ma come spesso accade con gli aggiornamenti algoritmici di Facebook c’è sempre la postilla, l’aggiustamento, il chiarimento, che poi chiarimento non è mai ma è sempre un qualcosa che può avere mille sfaccettature e mille interpretazioni. E anche questa volta arriva puntuale pochi giorni dopo: perché parla di qualità e a cosa il News Feed darà priorità:

Notizie da pubblicazioni che le persone considereranno affidabili, che le persone considerano di rilevanza informativa, notizie pertinenti al luogo in cui mi trovo. Quindi tutti a mettere SEE FIRST nelle pagine che veramente vi interessano. Quindi nelle prossime settimane tutte e dico tutte le pagine spiegheranno ai propri come fare questo “giochino”. Peccato che il post avrà poco engagement e quindi lo vedranno in pochi e lo faranno in 3. Allora faremo tutti un live per spiegarlo… perché il live dà una portata sei volte superiore.

Per capire quali fonti sono di questo tipo attendibili farà un test nell’area americana per stilare tramite esame delle fonti che hanno preso in considerazione un vero e proprio ranking. Una classifica. Ora praticamente bisogna capire cosa dà i 3 punti 🙂 I valori sui quali si baseranno su quanto queste storie siano dettate ad informare. Forse saremo anche noi utenti che daremo i voti. Un po’ viene fatto dal 2016 con qualche domanda che appare mentre navighiamo. Ne parlo qui.

La sezione notizie dedicata al proprio luogo. E si continuerà a lavorare su questo ambito sicuramente, sia per un motivo di spazi e visibilità, sia per un discorso di fruizione dei contenuti.

In conclusione bisogna sapere che se si è schiavi dell’algoritmo alla lettera, e appena Facebook si muove, conviene andare a fare psicoterapia. Bisogna ragionare su quel che ci viene detto per due motivi: uno perché in Italia e in Europa in generale ogni aggiornamento non entra quasi mai subito in vigore, quindi abbiamo il tempo di pensare. E in secondo luogo creare una nostra tattica e strategia per migliorare la nostra attività sul social. Quindi mai pensare ad oggi per domani e basta. Vivere alla giornata non paga. La mia personale paura è però questa: dicendo che “le pubblicazioni ritenute affidabili dalle persone che usano Facebook potrebbero vedere un aumento della loro distribuzione. Le pubblicazioni che non ottengono punteggi elevati come attendibili dalla comunità potrebbero vedere una diminuzione.” Voglio dire: Se un argomento diventa trend perché le persone ne parlano avrà distribuzione… quindi gli utenti saranno sempre più esposti a ciò che la massa vuole vedere. Allora forse si tornerà a cercare notizia anche fuori Facebook, o almeno di più.

E voi cosa dite? Siete andati nel pallone, come avete reagito?

Facebook cambia ancora algoritmo: no al panico, sì alla strategia

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10 sfumature dell’Algoritmo di Facebook che ormai conoscono tutti. O no? https://socialblog.giorgiotave.it/10-sfumature-dellalgoritmo-facebook-ormai-conoscono-tutti-no/4413 https://socialblog.giorgiotave.it/10-sfumature-dellalgoritmo-facebook-ormai-conoscono-tutti-no/4413#comments Fri, 16 Jun 2017 17:07:29 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4413 Quando parli da consulente con un tuo cliente, oppure quando qualcuno non avvezzo al mondo del web marketing ti pone una domanda su Facebook, sono certo che uno degli interrogativi più posti è il seguente: come decide Facebook quale post … Continua

10 sfumature dell’Algoritmo di Facebook che ormai conoscono tutti. O no?

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Quando parli da consulente con un tuo cliente, oppure quando qualcuno non avvezzo al mondo del web marketing ti pone una domanda su Facebook, sono certo che uno degli interrogativi più posti è il seguente: come decide Facebook quale post farti vedere nel mio News Feed? (forse non sarà proprio questa la parola utilizzata, ma ci siamo capiti 🙂 ) E come fa a decidere l’ordine nel quale mostrartele?

BREVE ANALISI DI ALCUNI DATI DI FATTO

Su alcune pagine, negli ultimi 3 mesi, ho notato un calo che dovrebbe far riflettere, perché potrebbe non riguardare tutte le tipologie di pagine, e soprattutto, pare abbia toccato maggiormente quelle di grosse dimensioni in termini di fan base. Già sapevamo che all’aumentare della fan base, in proporzione la reach diminuisce. Qui qualche dato emblematico su Agorapulse.

Ci sono anche altri studi a riguardo, come quello fatto da Social@Ogilvy.

SocialFlow ha addirittura analizzato oltre 3000 post su Facebook mostrando un capitombolo della reach del 42% già nel 2016

Ricordando sempre che la Reach è il numero di persone davanti al quale passano i miei contenuti mentre magari stavo facendo altro 🙂 quindi stavo guardando altrove.

C’è una cosa da notare su questo calo: è una diminuzione riscontrata per molte di queste pagine grandi soprattutto rispetto agli ultimi mesi del 2016, ma non rispetto ai primi mesi del medesimo anno, quindi rapportato ad un anno fa. Ma si sa, i social, e chi li abita, hanno una memoria storica… ops! Memoria storica? Cos’è costei? 🙂

In un interessante articolo analisi di Kurt Gessler: riguardo questo confronto, si analizza la pagina del Chicago Tribune, che produce appunto contenuti.

Il dato più preoccupante è come sia diminuita la reach media e anche, di riflesso, l’engagement medio dei post (questo è il dato più preoccupante)

E questa situazione diviene ancor più emblematica graficamente se si dividiono i post che negli ultimi mesi hanno avuto reach inferiori a 10’000 persone, rispetto agli altri post: sembra il grafico del boom economico degli anni ’60.

L’analisi poi prosegue andando a scartare le diverse possibili cause, come: frequenza leggermente aumentata dei post quotidiani, ma, se la si pone in relazione ad altri giornali che hanno una frequenza decisamente maggiore, si capisce che il problema non può essere solo questo. Non può essere infatti solo questa la causa, anche se bisogna prestare molta attenzione alla frequenza di posting: meglio meno (non necessariamente poco), ma di qualità e in target con la nostra audience. Ecco perché può essere una soluzione, soprattutto per le pagine che hanno una grande fan base e con variegati interessi, perché i temi trattati sono diversi (vedi giornali di notizie di attualità), targetizzare per interessi o geolocalizzare i propri post tramite l’apposita funzione “mirino” di Facebook.

Altro aspetto riguarda la percentuale di link postati. Il Chicago Tribune arriva ad una percentuale del 97,2% di link, addirittura il Sun Times al 99,28%. E se fosse che Facebook cerca di indirizzare la reach verso la novità che intende spingere al momento? Sappiamo bene che bisogna sempre seguire ogni singolo aggiornamento della piattaforma e non ci si può perdere nessun “indizio”. Bisogna essere come dei detective, lavorare di studi strategici in modalità “gioco del pollo” a chi fa la mossa giusta. Vi ricordate quando ci si era resi conto che gli aggiornamenti SOLO TESTUALI portavano un incremento di visibilità ed un discreto aumento in relazione dell’engagement? Non si vedeva più una foto su Facebook… poi la tendenza è cambiata, poi ancora una volta si è virato verso i video… ed ora i link non sono più quelli di una volta. 🙂

Allora non resta che concentrarsi su alcune frasi degli aggiornamenti rilasciati negli ultimi 6 mesi da Facebook. Una importante frase: “New Signals to Show You More Authentic and Timely Stories”. Partendo dal presupposto che un produttore di notizie come il Chicago Tribune, o altre pagine di cui ho esperienza, producano contenuti autentici e senza falsità, bisogna capire cosa si intenda per TIMELY STORIES… sì, perché Facebook ci vuole tutti interpreti delle sue criptiche affermazioni. Neanche Zarathustra parlava in questo modo. Dagli esempi posti nell’aggiornamento (se la mia squadra vince ed io commento tutti i post inerenti, nei periodi successivi non mi perderò nessun aggiornamento) pare che Facebook si sia spostato verso i trending topics, non a caso si sono visti anche avvistamenti in alcuni News Feed molto espliciti a riguardo.

Questi cali potrebbero essere dovuti ad un po’ tutto questo, mancanze di accorgimenti qua e là, soprattutto per quelle pagine che hanno una frequenza di posting elevata ci potrebbe stare che ci si perda qualche piccolezza che poi, come abbiamo visto, piccolezza non è.

Bisogna quindi badare a ciò che Facebook dice e a ciò che non dice, ma che abbiamo verificato dall’esperienza.

COSA CI HA DETTO FACEBOOK RIGUARDO L’ALGORITMO e il NEWS FEED

Il mitico Adam Mosseri, Newsfeed VP, ha spiegato i 4 step che regolano la visibilità dei contenuti.

Una cosa è certa: dare il contenuto giusto alla persona giusta nel momento giusto.

Una interessante analisi sul DETTO da Facebook è stata fatta da Paul Ramondo su Social Media Examiner e passa da 4 punti.

1. Come l’algoritmo di Facebook mette in ordine i contenuti.

Per farlo consulta il menu delle cose che ha a disposizione, poi confronta le informazioni che riesce a reperire, si fa uno schema in testa ed infine fa l’ordine. Facile vero?

Questi step passano per questa analisi di:

Inventario

Quando apri per la 1° volta il tuo riepilogo dei contenuti ( FEED) delle notizie, l’algoritmo di FB fa un inventario guardando tutte le storie postate dai tuoi amici e le pagine che segui (nello stesso modo Adam ha cercato di vedere ciò che c’era sul menù)

Segnali

Quindi FB considera tutti i dati disponibili e cerca di elaborare a cosa tu possa essere interessato riguardo un determinato argomento. FB chiama questo dato “signals”. Ci sono centinaia di migliaia di segnali che FB considera per classificare il tuo contenuto, come: chi ha postato una storia, da quale telefono il si parla, quello che avviene in questo istante, quanta banda larga hai, e così via.

Pronostici

Fb quindi usa questi segnali per aiutare a fare pronostici e calcolare le probabilità di certi risultati; per esempio, quanto è probabile che tu commenti su un fatto, condividi un fatto, trascorri del tempo a leggere un fatto e così via.

Punteggio

Dopo aver fatto questi pronostici e calcolato la probabilità di interesse, FB consolida le informazioni per calcolare un “punteggio di attinenza”, un numero che rappresenta come Fb pensa che tu sia interessato ad un certo fatto. Stiamo parlando comunque di supposizioni, non è che Facebook sa al 100% che saremo interessati, praticamente fa del suo meglio. Questo processo ricorre per ogni post ed ogni volta che apri FB. La priorità va alle persone a noi vicine, ai familiari praticamente.

In base a quanto detto, essendo io grande tifoso della Roma, nei giorni successivi all’ultima partita del mito Francesco Totti, il mio News Feed non poteva che essere pieno di quanto segue:

Così come per la mia passione rispetto al Beach Volley un post del genere calza a pennello

2. Quali sono i segnali che Facebook prende in considerazione?

Maggiormente rilevante per i tuoi interessi. Alcuni dei segnali specifici che influenzeranno la classificazione su FB includono:

  • Chi ha postato la storia
  • La frequenza dei posts da quella persona /editore
  • un feedback Antecedente negativo su di un autore
  • Media del tempo speso sul contenuto
  • Quando è stato postato
  • Citazioni a vicenda
  • Un recente commento da un amico
  • Tipo di storia
  • Completezza del profilo della pagina
  • postato da un amico o pagina
  • quanto il post sia informativo

Capite benissimo che se si vuole tagliare uno di questi punti gli unici due interventi che si possono fare sono i seguenti:

3. Come fa Facebook a “prevedere” ciò che potrebbe interessarti?

Con dei legami tra i segnali di cui sopra. Guardando al mio news feed mi sono reso conto in diverse occasioni di questi legami e dei rapporti che intercorrono tra un post ed un altro. Anche tra la mia interazione con un post di un amico riguardante un determinato argomento e il post successivo a questo argomento postato però da una pagina. Esempio: un mio amico scrive che è andato allo stadio a vedere la Roma; la notizia successiva capita spesso sia di una pagina che tratta dell’AS ROMA, se non proprio la pagina ufficiale stessa.

Facebook quindi dà un vero e proprio punteggio per stilare la classifica, l’ordine, chiamatelo come volete:

Fonte Ennie Mosseri

Ecco un altro tipo di relazione. Commento sempre il beach e in modo consecutivo mi ritrovo dinanzi questa coppia di post, la prima è una campionessa straordinaria del beach volley mondiale del team USA

Oltre alle connessioni ci sono però altri aspetti da non sottovalutare per l’assegnazione del punteggio:

  • lo troverai informativo
  • questo è un click di adescamento
  • questo contiene nudità

Anche se personalmente non ho ancora ben capito con che discriminante agisca per questi tre valori dato quanto segue…

4. Come ottimizziamo al meglio il nostro contenuto?

A questo punto siamo giunti alla domanda più importante? Noi, gestori delle varie pagine, come ci muoviamo in questo “marasma”? Ora che tutti scalpitano e strepitano per ottenere visibilità senza voler spendere un euro? (Sono ironico, ma tanti vorrebbero la botte piena e la moglie ubriaca su Facebook). Su Facebook il principio del “finché la barca va lasciala andare” non può e non deve mai funzionare. Perché? Perché se oggi Facebook ti dà, domani potrebbe toglierti. E basta ripensare all’inizio di questo articolo per rendersene conto. Bisogna essere camaleontici e sapersi adeguare, del resto siamo ospiti di una piattaforma ed è tutta questione di strategia su due fronti: NOI – COMPETITOR, NOI – FACEBOOK e i suoi aggiornamenti. Del resto lo dico ogni volta: “Un aggiornamento al giorno toglie il social media man di torno”.

Bisogna quindi cercare di tenere a mente alcuni punti anche a livello quotidiano. Quanti di voi lo fanno davvero quotidianamente?

1. Occhio ai feedback negativi

Minimizzare i feedback negativi, cercate di conoscere il vostro pubblico il più possibile;

2. Le reaction non sono tutte uguali

Importanti anche le reaction positive. Anche le varie faccine hanno un loro differente peso se produciamo tanti contenuti che portano alla lacrimuccia potrebbe aver maggior punteggio il competitor che ottiene le stesse nostre reaction ma con più cuori… e sì, una volta Venditti cantava: in questo mondo di ladri, in questo mondo di eroi… la prima parte della frase è rimasta, ma la seconda è diventata: in questo mondo di reaction.

3. Quanto tempo si spende sulla news

Anche il tempo speso dalle persone sul tuo post è una variabile

4. Puntiamo sulle condivisioni

Le condivisioni sono ancor più importanti adesso vista la relazione spiegata da Mosseri sui post delle persone vicine a noi. A tal proposito credo che Facebook debba fare qualcosa, anche a livello grafico, per portare maggior engagement verso le condivisioni… sono davvero ancora scarse rispetto a chi condivide direttamente un contenuto.

5. Link ma non solo…

Anche chi produce contenuti come news, deve pensare che non tutti i post possono essere creati per portare click, ma alcuni devono essere sfruttati per aumentare l’engagement e magari risvegliare una parte dell’audience sopita e quindi, nel momento in cui il loro contenuto in forma di link viene fuori loro lo vedranno e saranno lì pronti a premere il click verso il sito. Post defibrillatori in sintesi.

6. Variamo il tipo di format dei post

Per un discorso di affinità di tipologia di post, vanno anche variate le diverse tipologie di post: immagini, video, testo, link.

7. Come presentiamo il nostro link?

Pensate tanto a come presentare un link. Va pensato bene il titolo del link, le parole del post, il rapporto tra titolo e parole usate nel post. Il sottotitolo lo lasciamo? Bisogna spingere a cliccare, ma senza un esplicito click bait, anche perché PARE che finalmente qualcosa per combatterlo si stia facendo anche se io vedo ancora tantissimi che lo utilizzano alla grandissima. Facebook è arrivato nello spazio ma non sconfigge ancora il click bait sulla Terra.

8. Chi compone l’audience della pagina?

Imparate a conoscere la vostra audience utilizzando anche lo strumento Audience Insight e al contempo interagire il più possibile. Non si può più lasciare il post lì e far sì, come spesso facevano le pagine grandi, che l’engagement andasse da solo con gli utenti che tra loro si rispondevano o, spesso, si insultavano. Le pagine devono intervenire sotto i loro post.

9. In questo mondo di trend

I trend vanno presi in considerazione e il tempismo è sempre più importante (alla Twitter praticamente). Logicamente tenete presente se attinente al vostro brand, a meno che non stiate attuando una strategia di real time marketing (ormai fanno tutti così…). Del resto anche le parole utilizzate nei post sono importanti e non lo dico da ieri. Non perché tutti parlano di quell’argomento basta che lo si tratti per ottenere reach e interazioni. Bisogna dare un motivo aggiuntivo ai tuoi fan affinché siano spinti al click.

10. Advertising

Più soldi – Più reach. Del resto con l’aumentare delle pagine che lavorano su Facebook aumenta la competizione e Facebook ha sempre più affinato la sua piattaforma lato advertising. Bisogna quindi affinare e mirare il più possibile gli investimenti senza sprecare nessun centesimo.

10 sfumature dell’Algoritmo di Facebook che ormai conoscono tutti. O no?

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Facebook e le 6 novità di Maggio: nessuna è da sottovalutare https://socialblog.giorgiotave.it/facebook-le-6-novita-maggio-nessuna-sottovalutare/4404 https://socialblog.giorgiotave.it/facebook-le-6-novita-maggio-nessuna-sottovalutare/4404#respond Tue, 23 May 2017 08:14:24 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4404   Come sempre ce ne sono tra le più disparate: Novità nel News Feed, la possibilità di farsi una bella mangiata ordinando da Facebook, unione delle notifiche per Facebook, Messenger e Instagram, nuovo layout Messenger e tanto sport su Facebook. … Continua

Facebook e le 6 novità di Maggio: nessuna è da sottovalutare

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Come sempre ce ne sono tra le più disparate: Novità nel News Feed, la possibilità di farsi una bella mangiata ordinando da Facebook, unione delle notifiche per Facebook, Messenger e Instagram, nuovo layout Messenger e tanto sport su Facebook.

Ogni mio articolo lo ripete, e man mano che si va avanti mi rendo conto di quanto siano azzeccate queste due frasi: Un aggiornamento al giorno toglie il social media manger di torno e Facebook è come PacMan: mangia tutto!

 

Novità del News Feed

Non più di 10 giorni fa Facebook aveva annunciato per l’ennesima volta la volontà di combattere la fake news e le notizie di bassa qualità, limitandone la reach e non solo. Ancora una volta (il terzo o quarto annuncio ufficiale in un anno) si schiera contro il diavolo: il clickbaiting.

L’obiettivo è chiaro: migliorare la qualità del News Feed, ma come voglia arrivarci lo è molto meno. Basta “osannare” Facebook e le scelte del suo fondatore. Il clickbaiting non lo ha mai contrastato, per ora non c’è mai riuscito, come non è mai riuscito ad opporsi, in modo deciso, ai ciarlatani, alla fuffa e allo schifo che c’è su Facebook. Dovrebbe migliorare anche il modo di far tacere i “leoni da tastiera”. A parte gli scherzi e le battute, in questo primo update si è parlato del ricorso all’intelligenza artificiale, la quale dovrebbe ridurre i link che fanno cadere su notizie di scarsa qualità. Secondo questa news Facebook ha già analizzato tantissime pagine con spam e notizie di bassa qualità e con questa intelligenza artificiale procederà al riconoscimento delle nuove pagine condivise sul social network che abbiano caratteristiche simili a quelle centinaia di migliaia già esaminate in precedenza. Successivamente l’algoritmo procederà a declassarle e potrebbe anche non renderle idonee alla pubblicità. In questo modo, aggiunge Facebook, gli utenti dovrebbero vedere sempre meno post fuorvianti. Voi ci credete?

Ma non finisce qui! Perché il 19 Maggio Mr Adam Mosseri (non uno qualsiasi, ma il vice president of News Feed) ci parla di Improving the Integrity of News Feed.

Mosseri ci lascia alcuni suggerimenti da non sottovalutare assolutamente e soprattutto perfetti per chi adotta la strategia del “finché la barca va”, ovvero: finché i miei post reagiscono così, ottengono azioni social o click link io me ne frego:

  • I contenuti devono essere volti ad informare e devono essere significativi;
  • autentici e non spam o sensazionalisti (finalmente). A tal proposito sul clickbait bisognerà stare attenti a quelle headline del tipo: “Quando si è affacciata alla finestra e ha visto questo è svenuta” oppure “WOW! Il caldo ci incenerirà tutti quest’Estate”.
  • Basta il gioco del “voler fregare” il news feed di Facebook. Ci vorrà accuratezza di informazione e modalità giusta nel postare la notizia.

Personalmente presterei attenzione a queste parole di Mosseri:

“When ranking News Feed based on how meaningful each story is to each person, we look at many personal signals, such as how close someone is to the person or page posting, stories they’d want to talk to their friends and family about, spend time reading and videos they’d spend time watching. We also look at more universal signals like the overall engagement (likes, comments, shares) that a post has. Publishers should focus on understanding the audiences they want to reach so they can create content meaningful to them.

One of our News Feed values is that feed should be informative, because people value stories that they consider informative. Something that one person finds informative or interesting may be different from what another person finds informative or interesting—this could be a post about a current event, a story about a celebrity, a piece of local news or a recipe. We’re always working to better understand what is informative to each person so those stories appear higher up in their feed. Publishers should focus on creating content their audiences will find new, interesting, and informative.”

Mosseri chiude dicendo (tradotto in italiano colorito): “sappiamo che c’è feccia e fanghiglia su Facebook e ogni giorno proviamo a combatterla e capire come poter migliorare… voi da parte vostra, voi che pubblicate contenuti, state attenti… un Batman del NewsFeed sta per arrivare”.

Ordinare cibo su Facebook

Sarà possibile effettuare ordini solo da quei locali che usano delivery.com o slice per la consegna del cibo. Almeno per ora. Questo fa parte della suddetta strategia PacMan di Facebook, diplomaticamente chiamata “espansione di accordi”. Order Food riesce ad aggregare questi ristoranti che prendono parte a questa partnership in un unico posto. Noi utenti avremo a disposizione: informazioni, fascia di prezzo, menu, valutazioni (PacMan si vuole mangiare anche TripAdvisor?) e tipo di cucina. Siamo ancora in una fase di test ma sono certo che ne vedremo delle belle.

Notifiche tutte insieme di Facebook , Messenger e Instagram

Tutte le notifiche in uno stesso posto!! Tanti d’impatto gioiranno, ma io vi invito alla calma. Nel marasma Facebook non credo tutti siano in grado di gestire tutto da uno stesso punto. Ci vuole una forma mentis giusta per poter far fronte ad una novità del genere. Immaginatevi quei business che ricevono in totale centinaia e centinaia di notifiche, tutte insieme… senza differenziare il canale potrebbe essere pericoloso. Oppure immaginatevi chi non ha una gestione unitaria dei social. Su Instagram non ci si comporta come su Facebook, così come su Facebook non è lo stesso di Messenger.

Secondo quanto detto da Mari Smith, ripreso da Tech Crunch, quando clicchiamo sull’icona del profilo nell’angolo superiore di Facebook, Messenger o Instagram si aprirà un popup per questa funzione cross-app. Una volta aperto si visualizzeranno gli account relativi ai tre servizi, con un simbolo circolare rosso contenente il numero delle notifiche non ancora sono state viste. Rosso per aumentare l’ansia… Si dice per scherzare. E WhatsApp? Lo scopriremo solo vivendo.

Nuovo Layout Messenger

Come spiega il maggior esperto Facebook di Messenger nel suo post del 18 Maggio, David Marcus, il tutto per semplificare la navigazione e l’esperienza Messenger. Le funzionalità e le caratteristiche non cambiano, ma migliorerà la fruibilità e l’accessibilità alla piattaforma stessa.

Bottone Messenger nei post anche organici

Pare ancora in fase di test (almeno nel momento in cui è scritto l’articolo). Come si vede nell’immagine c’è la possibilità di inserire anche il bottone Messenger e soprattutto vi è questa possibilità per un post organico. Interessante questa opzione per due motivi: prima di tutto incentivare l’uso di Messenger per le pagine business e, punto due, anche per sfruttare questi post come adv (adv creato verso chi ha avuto engagement via messenger con la nostra pagina).

Ecco la visualizzazione del bottone.

LIVE Sport Streaming gratis

20 partite del campionato più importante al Mondo di Baseball LIVE gratis… immaginatevi un giorno se arrivasse anche con il calcio. Altro che PacMan… lo Squlo 10! Dico questo perché vorrebbe dire un passo forte verso la TV su Facebook. E allora sì che questa combinazione sarebbe come una combo di quei supereroi dei cartoni che da bambini abbiamo sempre ammirato.

 

Allora? Secondo voi c’è qualcuno di questi 6 aggiornamenti che può non essere preso in considerazione da chi opera su Facebook?

 

Facebook e le 6 novità di Maggio: nessuna è da sottovalutare

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Facebook come Pacman: una ne pensa, cento ne aggiorna e si “mangia” tutto https://socialblog.giorgiotave.it/facebook-pacman-ne-pensa-cento-ne-aggiorna-si-mangia/4393 https://socialblog.giorgiotave.it/facebook-pacman-ne-pensa-cento-ne-aggiorna-si-mangia/4393#comments Mon, 30 Jan 2017 10:09:11 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4393 Ormai lo sappiamo tutti, ed io in ogni mio articolo non mi stancherò mai di ripeterlo. Facebook rilascia un aggiornamento al giorno per togliere il social media man/woman di torno. Logicamente sono ironico, ma se si pensa che la sua … Continua

Facebook come Pacman: una ne pensa, cento ne aggiorna e si “mangia” tutto

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Ormai lo sappiamo tutti, ed io in ogni mio articolo non mi stancherò mai di ripeterlo. Facebook rilascia un aggiornamento al giorno per togliere il social media man/woman di torno. Logicamente sono ironico, ma se si pensa che la sua strategia alla Pacman non potrebbe che essere altrimenti. Facebook mangia tutto ciò che lo aggrada, tutto ciò che ritiene interessante dell’attività di altri social, sempre che non decida di acquisirlo.

Detto ciò, in questo ultimo mese abbiamo visto diverse novità, praticamente ogni giorno, e solo per citarne qualcuna menzioniamo: Facebook Stories (riprese da Instagram e Snapchat link), introduzioni del calendario modificabile, i pagamenti dalla vetrina di Facebook tramite Stripe e PayPal, i Live da Desktop, Post automatico pre Live per lanciarlo, l’introduzione del sottofondo musicale nelle slide show (link). Senza dimenticare quelle del periodo pre natalizio.

Ciò su cui voglio soffermarvi sono però tre punti fondamentali recentemente introdotti: le regole nei Facebook Ads, le caption create direttamente sui video e le notifiche di Delivery Insight.

1. Rules Facebook Ads

Sicuramente questa mossa alla Pacman Strategy viene da AdWords perché si tratta di vere e proprie regole automatizzate sulle campagne, gruppi di inserzioni e inserzioni

Cosa significa? Vediamo:

Le regole entrano in funzione in base a come le abbiamo impostate, in base al rendimento dell’advertising. I paletti li decidiamo noi.

Come vedete selezionando una campagna attiva avrete una nuova voce in alto: “crea regola”

A questo punto avete la possibilità di modificare diverse impostazioni per creare la vostra regola.

  • Prima di tutto l’applicazione a: 1 campagna, gruppi di inserzioni o inserzioni attive nella campagna o più semplicemente a tutte le campagne, a tutti i gruppi o tutte le inserzioni.
  • All’interno della voce Azione troverete due fondamentali introduzioni: Modifica Budget e Modifica Offerta manuale;

 

Logicamente la gestione del budget riguarda il “gruppo di inserzioni”, quindi per vederla in chiaro e modificare la regola dovrete selezionare il gruppo nella prima voce.

L’incremento del budget è possibile sia in percentuale, sia di un valore specifico. Così come l’impostazione di un limite massimo. Stesso ragionamento viene fatto per la modifica dell’offerta manuale. Una volta impostato il valore andrete a modificare le condizioni.

Alla base di tutto c’è: una volta che si realizza A esegui B. La modifica di B sono le “condizioni”. 

Se non riuscite a stare dietro molto frequentemente all’advertising avrete anche la possibilità di farvi inviare da Facebook una notifica via mail che vi dirà appunto che la regola è entrata in funzione. La mail sarà inviata alla mail di chi è indicato tra i “subscriber”.

2. Caption Video generate automaticamente

Diverse ricerche hanno mostrato come, nel momento in cui i video partono in automatico con il sound, l’80% delle persone prosegue la propria navigazione nel News Feed in basso. Ma comunicare con un video senza sound diventa davvero difficile, non credete? Per cercare di opporsi a questo trend Facebook dà la possibilità di inserire un file SRT con i sottotitoli, ma la grossa novità riguarda la possibilità di creare i sottotitoli in automatico, senza introduzione del file. Questo è possibile grazie al riconoscitore vocale di Facebook ed è stato testato che in molti casi funzione perfettamente, anche se comunque avete la possibilità di modificare quando volete i passaggi.

Per vedere se avete questa possibilità attiva vi basterà entrare nella “video library” e selezionare un video al quale volete aggiungere le vostre caption e avrete la voce “generate” da cliccare.

Come potete vedere qui di seguito, alcuni punti del video sono stati riconosciuti automaticamente da Facebook e coincidono perfettamente, ma comunque, cliccando sul segno +, abbiamo la possibilità di inserire ulteriori passaggi. Interessante vero?

3. Notifiche da Delivery Insight

La prima volta abbiamo parlato di Delivery Insight diversi mesi fa. Un tool particolare di advertising che ci dovrebbe aiutare a capire quali problematiche riscontra il nostro annuncio nel meccanismo d’asta interno a Facebook Ads. Dall’annuncio fatto con video da Facebook, almeno in Italia, anche avendo impostato la lingua Inglese US pochi riuscivano a vedere questo tool nel loro business manager, e anche forzando l’ingresso con l’url diretto, si cadeva sulla pagina che ci dice: Sorry, this content isn’t available right now.

Ma da pochi giorni la sorpresa! Direttamente tra le notifiche personali arriva un “segnale” da delivery insight che si mostra così:

Dopo il click si accederà al delivery insight che ci rende noto in modo esplicito quale tipo di problema ha riscontrato e i dati che hanno suscitato questa notifica.

 

Facebook allora è o non è come Pacman? Rende bene questa similitudine per spiegare in due parole la strategia di Facebook?

Facebook come Pacman: una ne pensa, cento ne aggiorna e si “mangia” tutto

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Facebook Ads: analisi degli ultimi 6 cambiamenti sostanziali https://socialblog.giorgiotave.it/facebook-ads-analisi-degli-ultimi-6-cambiamenti-sostanziali/4375 https://socialblog.giorgiotave.it/facebook-ads-analisi-degli-ultimi-6-cambiamenti-sostanziali/4375#respond Wed, 21 Dec 2016 14:33:33 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4375 Ho sempre sostenuto che Facebook lavori su: “una novità al giorno toglie il social media man di torno”. Questo è sempre vero, ma ultimamente si sta incentrando sempre più sulle novità in termini di advertising, che in questi ultimi mesi … Continua

Facebook Ads: analisi degli ultimi 6 cambiamenti sostanziali

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Ho sempre sostenuto che Facebook lavori su: “una novità al giorno toglie il social media man di torno”. Questo è sempre vero, ma ultimamente si sta incentrando sempre più sulle novità in termini di advertising, che in questi ultimi mesi sono state davvero molte e tutte rilevanti. Cerchiamo di fare chiarezza nel mondo di Facebook Ads.

Sono tante le possibilità che Facebook ci mette a disposizione per fare advertising e noi dobbiamo essere bravi a capire quella (o quelle) che fa al caso nostro e del nostro business.

Pubblico personalizzato basato sulle interazioni con la pagina

Dopo la recente introduzione del pubblico personalizzato per i video, i Canvas e i Lead Ads, ora Facebook consegna negli mani dei suoi inserzionisti un altro potente strumento di targetizzazione, l’ultimo tassello mancante nel puzzle delle custom audience.

Questi i pubblici targetizzabili da 1 giorno indietro ad 1 anno indietro:

✔ Hanno interagito con la tua Pagina Facebook

✔ Hanno visitato la tua Pagina

✔ Hanno interagito con un post o annuncio

✔ Hanno cliccato su un pulsante di Call to Action

✔ Hanno inviato un messaggio alla tua pagina

✔ Hanno salvato la tua pagina o un post

Si tratta quindi di una particolare custom audience e vi si accede appunto dal medesimo pannello del Business Manager: facebook.com/manager/audiences ► Crea pubblico ► Pubblico Personalizzato

Tra le voci appare oltre a Video, Lead ad, Canvas, anche la novità di Pagine. E queste le opzioni di inclusione:

Dopo aver selezionato il il tipo di pubblico da includere, avete la possibilità di scegliere, da 1 a 365 giorni, quanto tempo indietro volete andare a riprendere coloro che hanno interagito con voi. Interessante vero?

Perché usarlo?

Sicuramente può essere utile per includere ed escludere un pubblico, specie in combinazione ad una lookalike audience per affinarne le caratteristiche e la profilazione. Quindi, con ormai una concorrenza forte nel News Feed per chi mostra il proprio messaggio, Facebook ci dà questo strumento per migliorare il criterio del “dare il giusto messaggio alla persona che lo vorrebbe ricevere al momento giusto“.

“Arma” molto forte, specie per le pagine che fanno “customer care” e “customer service”, perché ritornare nel News Feed di persone che ci conoscono per la nostra attività può farle tornare da noi, o almeno lasciare un buon feedback qualora non lo avessero fatto già (up & cross sell strategy).

Misurazione Acquisti Offline

Il lavoro di Facebook verso un miglioramento del monitoraggio delle conversioni diviene ancor più evidente con questo nuovo strumento: la misurazione della conversione offline.

Dal Business Manager selezionare Risorse, poi Azioni Offline. Assegnate un nome e poi associatelo a un account pubblicitario.

Ora viene il bello! Cliccando su “Carica azioni offline” bisogna caricare il file in formato txt o csv o manualmente uno ad uno.

Ad oggi ci sono 3 tipologie di eventi: Acquisto, Contatto o “Altro”.

Dopo aver inserito tutto e aver compilato tutti i campi, Facebook procede con la verifica, prima di iniziare a tracciare tutto. Ecco ciò che vedrai nel tuo pannello gestionale una volta creata questa nuova opzione di advertising:

 

I risultati saranno poi visibili nel “Personalizza Colonne” alle voci relative all’Offline. Qui ulteriori dettagli e la spiegazione che dà Facebook.

Campaign Planner

Se non lo avete attivato, potete fare richiesta di attivazione nel business manager.

Si tratta di un tool interno al Business Manager ideale per creare delle bozze e molto utile per chi lavora in gruppo su un medesimo piano strategico di advertising. Molto facile la condivisione della bozza e del piano e utile per avere una programmazione sott’occhio d’insieme, soprattutto perché dà la possibilità di pianificare insieme Facebook e Instagram.

Facebook Ads Test nei Gruppi

Facebook ha annunciato qualche settimana fa l’advertising nei gruppi che per ora è in fase di test. Qui l’annuncio e la dimostrazione che stanno testando in Australia, Canada, Irlanda e Nuova Zelanda. Qualcuno li ha già “avvistati” su alcuni gruppi italiani, specie per promozioni cinematografiche.

Potete capire benissimo che, se Facebook non prevederà alcun tipo di controllo da parte degli amministratori dei gruppi su questo tipo di advertising, potrebbero diventare un vero e proprio “Cavallo di Troia” Questo perché? Perché, specie in Italia, una persona che “dona” il suo like ad una pagina, non è detto sia davvero un super appassionato di quell’oggetto, ma una persona che si iscrive ad un gruppo di interesse lo è sicuramente. Quindi, ancora una volta, un passaggio ulteriore verso un pubblico super profilato.

Facebook Ads con destinazione Messenger

Ecco come viene visualizzata questa novità… direttamente in contatto con il tuo brand preferito, o almeno questa è la sensazione! O forse Facebook vuole indirizzare sempre più verso i suoi BOT Messenger? Ai posteri l’ardua sentenza!

Cliccando sulla call to action, entrerete subito in contatto coll’account via Messanger.

Per creare questa campagna bisogna scegliere come oggetto il “Click al sito” e come placement option togliere Instagram: una volta spuntata questa opzione troverete la selezione dell’immagine proprio per questa possibilità di atterraggio, Messenger!

Una volta cliccato su Messenger si potrà inserire il testo di saluto e di benvenuto, che apparirà una volta cliccato il vostro ads e la “call to action” potrà essere proprio “Send Message”.

Qui di seguito un esempio preso da Jon Loomer.

Che uso possiamo farne?

Sicuramente dobbiamo prestare attenzione a non forzare troppo la mano e quindi va bene essere creativi, ma cerchiamo di capire quale tipologia di business possono trarre beneficio da questa opzione.

Alcuni esempi a mio avviso attuabili:

–  Richiesta informazioni per far conoscere evento;

– Customer care

– Vendita prodotto con ordinazione via Messenger e pagamento contrassegno

A/B Test aperti a tutti e senza limite minimo di spesa

La sconfitta non è il peggior fallimento. Non aver tentato è il peggior fallimento” – George Edward Woodberry. E questo su Facebook è verissimo, anzi! È un karma.

Dopo la comparsa nei Lead Ads e campagne a Conversione, ma con un budget minimo di 800 €, la funzione di A/B Test è ora disponibile anche nella sponsorizzazione dei Post e senza insormontabili soglie di spesa.

Potete entrare in qualsiasi tipo di campagna, creando un nuovo ads, e vi troverete questa nuova features disponibile. Infatti questo è quello che vedrete in alto a destra nel nuovo AD SET:

Una volta cliccato avrete la possibilità di selezionare due o più pubblici paragonabili tra loro e creati automaticamente da Facebook. Quindi avrete più gruppi di inserzioni con variabili diversi. Esempio: custom audience 1 – Custom Audience 2 ecc… In base a quante ne create, sulla destra li vedrete caricati e il budget aumenterà automaticamente (potrete poi modificare il budget dedicato). Ma non solo gruppi tra custom audience, anche tra diversi luoghi o altro.

Il budget giornaliero impostato poi verrà diviso in maniera omogenea per i diversi gruppi da Facebook. Avrete anche la possibilità di selezionare “distribuzione equilibrata” in base a quanto grande è una custom rispetto a un’altra:

Conclusione

Come potete vedere, le novità sono davvero tante e tutte hanno una diversa applicabilità e diverse possibilità di utilizzo. Secondo voi quale sarà il prossimo aggiornamento o la nuova features che Facebook ci proporrà nel suo Ads Manager?

Facebook Ads: analisi degli ultimi 6 cambiamenti sostanziali

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Il lato positivo dei Social Network: 5 esempi per renderli migliori https://socialblog.giorgiotave.it/lato-positivo-dei-social-network-5-esempi-renderli-migliori/4362 https://socialblog.giorgiotave.it/lato-positivo-dei-social-network-5-esempi-renderli-migliori/4362#respond Mon, 19 Sep 2016 09:14:45 +0000 https://socialblog.giorgiotave.it/?p=4362 Possiamo utilizzare i social network in modo migliore? Sì. Ecco 5 esempi che spiegano come farlo (e perché).

Il lato positivo dei Social Network: 5 esempi per renderli migliori

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5 esempi per rendere migliori i social network

Che i social network siano un amplificatore fortissimo della “cultura della gogna” e dei tuttologi non lo scopriamo certo oggi. Non è una novità neanche che io, pur lavorando con i social e sui social, spesso mi trovi a detestare questo mondo. Proprio qualche giorno fa mi sono ritrovato a scrivere un post su Facebook di questo tipo:

“Inizio a odiare il mio lavoro dopo le tante cose lette su questo social riguardo il terremoto. Non so se posso continuare a lavorare con i social network. Sono sgomento, affranto, triste… soprattutto per me. Perché chi scrive, interviene e insulta senza senso e su tutto a prescindere, senza aver mosso mai un dito, non merita neanche un commento… ma per me sono davvero a un bivio.”

E sì! Perché da dietro la scrivania noi sappiamo sempre tutto, e il bello è che non ci rendiamo conto che online è facilissimo creare fotomontaggi, modificare le immagini e cambiare le carte in tavola, ma ormai ci annoia anche verificare le fonti. Questo è un ottimo spunto e invito a farlo su FastForward: “I social network sono aperti a tutti, ma non sono per tutti!”

Cosa si può fare, invece, con un uso oculato dei social? Ci sono delle sfaccettature positive che dovremmo coltivare maggiormente? Certo che sì! E qui è mia intenzione metterne in luce 5 che vi fanno capire (almeno spero) quanto l’utilizzo pensato e strategicamente ottimale possa essere vantaggioso per tanti, anche per le aziende e i brand.

1. Il tweet sponsorizzato di Croce Rossa Italiana nei giorni immediatamente successivi al terremoto di fine Agosto

Il tweet sponsorizzato di Croce Rossa Italiana

Il tweet sponsorizzato di Croce Rossa Italiana

Sarebbe stato difficile raggiungere più persone anni fa. Questa modalità di fare social è sicuramente un qualcosa di davvero utile che ridà animo ai social. Stesso discorso vale per questo piccolo Bed & Breakfast, che con i propri soldi ha deciso di creare un advertising su Facebook. Davvero un esempio per tutti!

lato positivo dei social

2. Un’amatriciana per i terremotati

articolo2

Iniziativa che praticamente ha unito il Mondo all’insegna dell’Amatriciana.

Anche i ristoratori di Australia, Brasile, Sudafrica, Francia, Principato di Monaco, Stati Uniti e Svizzera hanno acceso i loro fornelli, così lontani, per preparare un piatto di amatriciana e donare il ricavato alla ricostruzione. Ristoratori che vanno a unirsi alle centinaia, in tutta Italia, che hanno aderito all’iniziativa Confesercenti e Città del Vino ‘Un’Amatriciana per Amatrice‘, che si è chiusa il 18 settembre. Circa quattrocento attività, cui si aggiungono i locali e la cantine di molte delle 450 ‘Città del Vino’ italiane, hanno infatti già preso parte all’iniziativa. L’importo pagato dai clienti per il famoso primo piatto verrà devoluto interamente in un fondo Confesercenti (Iban IT 23A 03127 03200 000000015000) finalizzato alla ricostruzione e al sostegno delle attività della ristorazione, del commercio e della ricettività dei comuni di Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e Pescara del Tronto.

Personalmente credo sia stata una grande iniziativa, specie pensando al tempismo: è partita 2 giorni dopo le scosse. Il lato negativo, questa volta, è rappresentato da una discussione infinita, con critiche, contro critiche, botte e risposte, sempre dalla poltrona di casa, proprio in un gruppo Facebook di social media marketing (il gruppo in questione potrebbe richiedere l’iscrizione per visualizzare le discussioni). Sono stato felice di leggere che non sono stato l’unico a sostenere l’iniziativa a livello social, qualcuno si è indignato per le critiche che stavano rivolgendo all’iniziativa. Qui di seguito il numero dei commenti:

Post gruppo Facebook

 

Sappiate che molti non avevano neanche letto la nota che specificava come l’iniziativa fosse realizzata in collaborazione con la Croce Rossa.

3. Più eco ad alcuni eventi che in passato venivano seguiti molto meno: le Paralimpiadi

Atleti dal cuore immenso, grandi atleti, splendide persone e volontà da vendere. Storie come quella di Bebe Vio, ancor più che Zanardi, storie che emanano una forza incredibile. Quelle di chi non si arrende mai per i propri obiettivi, ma li porta avanti col cuore e diventa ispirazione per tutti noi. Queste storie anni fa avrebbero avuto molta meno eco, perché se è vero che le Olimpiadi di Rio 2016 sono state le più social di sempre, è anche vero che le Paralimpiadi di Rio 2016 stanno dando una dimostrazione di quanto possano essere belli e utili i social network. In questo caso, per far conoscere queste storie e dare luce a chi di luce nella vita ne ha vista poca, ma è tornato a illuminarsi proprio con lo sport. Non solo gli account ufficiali dell’evento, ma anche Eurosport che le sta seguendo davvero da vicino, e l’immancabile Rai Sport che, a dire il vero, le ha sempre seguite in TV in tutte le sue edizioni.

articolo44. Iniziative per sensibilizzare verso determinati argomenti che altimenti sarebbe difficile mettere in luce: #ForzaeCoraggio di Jack Sintini

“Nella vita chi sta meglio deve dare una mano a chi sta meno bene; perciò grazie di essere qui oggi per lottare e correre per tutti quelli che non possono essere con noi, siete grandi!” – J. Sintini

Sono tante le iniziative del palleggiatore, campione nel campo e nella vita, per la lotta contro il cancro, anche tramite la sua associazione sempre ben presente sui social per essere d’aiuto alla ricerca.

5. Il coinvolgimento, una semplice parola con i propri idoli

Specie in un momento di difficoltà quale può essere un infortunio, chiamare in causa il Campione del Mondo di salto in alto Gianmarco Tamberi e ricevere una risposta ti dà morale e forza per impegnarti ancor di più per un recupero che sembra lontano, specie quando ti fai male a 17 anni.

articolo5

Questi sono esempi che possono dare un significato diverso ai social network, come una speranza. L’effetto “massa” porta all’esasperazione sia la rabbia che l’odio, a prescindere. Per arrivare a social network migliori ci vorrebbero persone migliori, ma se chi lavora sui social riuscisse a farlo nel modo giusto, si potrebbe fare qualcosa di speciale ed emozionante e forse si potebbe anche soprassedere davanti a chi è solo un distruttore (e alla lunga lo si potrà anche isolare).

E voi, avete esempi positivi sui social da segnalare?

Il lato positivo dei Social Network: 5 esempi per renderli migliori

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